Roma - Il Papa ringrazia e "apprezza il governo italiano" per quanto ha fatto contro il "tentativo di eliminare il crocifisso dai luoghi pubblici". "Si è mosso in conformità a una corretta visione della laicità e alla luce della sua storia, cultura e tradizione", ha detto il Santo Padre al nuovo ambasciatore d’Italia Francesco Maria Greco.
Dolorose fratture Quando in Italia sono state "negate, dimenticate o emarginate" le radici cattoliche "si sono causati pericolosi squilibri e dolorose fratture nella vita sociale del Paese". Il Papa ricorda l’anniversario dei 150 anni dell’unità d’Italia: "Uno degli aspetti più rilevanti di quel lungo, a volte faticoso e contrastato, cammino, che ha condotto all'odierna fisionomia dello Stato italiano è costituito dalla ricerca di una corretta distinzione e di giuste forme di collaborazione fra la comunità civile e quella religiosa, esigenza tanto più sentita in un Paese come l'Italia, la cui storia e cultura sono così profondamente segnate dalla Chiesa cattolica e nella cui capitale ha la sua sede episcopale il Capo visibile di tale Comunità, diffusa in tutto il mondo". Queste caratteristiche, che da secoli fanno parte del patrimonio storico e culturale dell'Italia, non possono essere negate, dimenticate o emarginate - puntualizza il Santo Padre - l'esperienza di questi 150 anni insegna che quando si è cercato di farlo, si sono causati pericolosi squilibri e dolorose fratture nella vita sociale del Paese".
La Chiesa e il potere I Patti lateranensi e la revisione del Concordato "non sono espressione di una volontà della Chiesa o della Santa Sede di ottenere potere, privilegi o posizioni di vantaggio economico e sociale, né con essi si intende sconfinare dall`ambito che è proprio della missione assegnata dal Divino Fondatore alla Sua comunità in terra".
Secondo Ratzinger, "tali accordi hanno il loro fondamento nella giusta volontà da parte dello Stato di garantire ai singoli e alla Chiesa il pieno esercizio della libertà religiosa, diritto che ha una dimensione non solo personale, perché 'la stessa natura sociale dell’essere umano esige che egli esprima esternamente gli atti interni di religione, comunichi con altri in materia religiosa e professi la propria religione in modo comunitario'".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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