La parata «sobria» umilia anche gli eroi No ai vigili del fuoco

RomaParata sobria, parata dimezzata? Le polemiche non mancano, in un senso e nell’altro, attorno alla Festa della Repubblica di domani, funestata dal sisma in Emilia.
La manifestazione ci sarà, come da copione, ma senza il volo delle Frecce Tricolori e senza la sfilata dei vigili del fuoco, mentre non ci saranno cambiamenti per gli altri corpi civili e militari dello Stato.
Ieri l’ultimo tentativo per annullare la parata l’ha fatto una delegazione del Popolo Viola, che ha consegnato al Quirinale le 100mila firma raccolte in 30 ore sul suo sito web per chiedere al presidente della Repubblica di devolvere i circa 3 milioni stanziati per l’evento alla ricostruzione delle zone colpite dal terremoto.
Ma Giorgio Napolitano aveva già deciso che la sfilata ai Fori Imperiali si sarebbe fatta, con i toni adeguati a dopo-sisma e crisi. D’altronde, i soldi sono già stati spesi e da due giorni a Roma le strade tra Colosseo e Campidoglio sono chiuse per le prove e le tribune sono pronte per accogliere gli ospiti.
Resta pure il ricevimento sul Colle offerto al Corpo diplomatico e alle alte cariche della Repubblica. Nel ventennale della strage di Capaci, si era già scelto di affiancare al solito catering un buffet di prodotti delle terre espropriate ai mafiosi e coltivate dalla cooperativa «Libera» di don Ciotti. E questo è tutto quello che cambierà rispetto al passato. Il tono minore si vedrà.
La scelta di Napolitano viene criticata da fronti opposti: c’è chi dice, come l’ex ministro della Difesa Ignazio La Russa, che non bisognava tagliare neppure quel poco che si è tagliato e chi, come il leader dell’Idv Antonio Di Pietro e il segretario del Prc Paolo Ferrero insistono che la sfilata andava cancellata tout court. «Secondo me - dice La Russa - l’errore sta nel dire tolgo i cavalli, i carri e le Frecce tricolori, io non avrei tolto niente». Mentre Di Pietro insiste: «Siamo ancora in tempo a sospendere i lavori, risparmiando così molti soldi». E Ferrero: «Non esiste una parata sobria, va annullata».
Anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in visita ai luoghi terremotati emiliani, è critico: «Prendiamo atto della decisione del presidente della Repubblica sulla manifestazione del 2 giungo, anche se abbiamo punti di vista diversi».
Un po’ a sorpresa, ad abbassare i toni è il segretario della Cgil, Susanna Camusso. Invita a «tenere in debito conto» le osservazioni di Napolitano sulla sobrietà della parata: «È giusto dare valore al 2 giugno ma senza dare l’idea di un paese che ha risorse da spendere e che non spende, invece, per le cose essenziali».
I più delusi rimangono i vigili del fuoco. Protestano i sindacati, dal Conapo al Confsal: «Inutile invocare ipocrite ragioni morali per l’impegno nelle zone emergenziali, né una scelta dettata da ragioni economiche». E chiedono se è vero che l’esclusione sia stata imposta dalla protezione civile. Al contrario, la Usb vigili del fuoco, che aveva sollecitato l’esclusione, apprezza molto.


Più che il lutto per il sisma e il risparmio anche per la crisi, ad alimentare la polemica sono vecchie tesi ideologiche pacifiste e antimilitariste. «La parata del 2 giugno - ricorda l’ex ministro della Difesa, oggi deputato Pd Arturo Parisi - non è la festa delle Forze Armate, non è una occasione per celebrare se stesse, ma l’omaggio alla Repubblica».

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