Oggi sia alla Camera sia al Senato va in scena la più classica delle commedie di cui è capace la politica. I ministri Nordio e Piantedosi sono chiamati a riferire sul rimpatrio del generale-delinquente libico Almasri, incautamente arrestato una decina di giorni fa mentre era di passaggio a Torino su mandato di cattura della Corte penale internazionale emesso, guarda caso, un minuto dopo che il ricercato aveva varcato il confine tra Germania e Francia. Sul perché ce ne siamo velocemente liberati, abbiamo scritto fino alla nausea: sicurezza nazionale, stante l'alta probabilità di ritorsioni anche violente nei confronti dei nostri concittadini e delle nostre aziende che vivono e operano in Libia. Le opposizioni tutte stanno preparando lo show a favore di telecamere, un concentrato di retorica e stupidità di cui abbiamo avuto più di un assaggio negli ultimi giorni: «Governo complice degli assassini», «Meloni complice dei torturatori», immagino saranno gli slogan meno offensivi tra i tanti che sentiremo. Ci sta, fare cagnara è il mestiere dell'opposizione, di questa opposizione in particolare, data la sua inconsistenza. A proposito di questo ricordo una fulminante battuta di Adriano Galliani ai tempi in cui era senatore di opposizione di Forza Italia, governo Conte: «Com'è fare il senatore di opposizione? Inutile e frustrante, è come passare il tempo a vedere due che fanno l'amore e dover urlare tutto il tempo: ma come lo fate male, ma proprio non sapete farlo. Intanto loro lo fanno e noi facciamo pippa». La metafora ardita di Galliani ben spiega che ci sono certe cose che competono solo al governo, e tra queste sicuramente tutelare la sicurezza dell'Italia e degli italiani è tra le più importanti, costi quel che costi, morale ed etica vengono dopo. Sono certo che a parti inverse sarebbe accaduta la stessa cosa - e chissà quante volte è successa senza che lo abbiamo saputo -, altrimenti vorrebbe dire che le sinistre italiane rappresentano un pericolo reale e concreto per tutti noi.
In questa storia certamente ci sono cose indicibili, e infatti oggi in Aula non saranno dette, sempre per non mettere a rischio il Paese. Il resto è folclore, cinico gioco sulla pelle degli italiani. Del resto stiamo entrando in tempo di Carnevale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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