L'applauso dei senatori al termine della votazione è durato a lungo. Non sono mancati i momenti di emozione nel corso del dibattito in aula al Senato che ha dato il via libero definitivo all'istituzione della commissione d'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori (il provvedimento era già stato approvato alla Camera). Il voto è avvenuto per alzata di mano. La commissione sarà composta da venti senatori e da venti deputati e avrà il compito di "ricostruire e analizzare in maniera puntuale la dinamica della scomparsa" delle due ragazze.
La commissione
L'organismo parlamentare dovrà "verificare ed esaminare il materiale e i dati acquisiti attraverso le inchieste giudiziarie e le inchieste giornalistiche". Di fatto, si cercheranno di scoprire gli atti e le condotte commissive, oppure omissive, che possano avere costituito ostacolo o ritardo o avere portato ad allontanarsi dalla ricostruzione veritiera dei fatti necessaria all'accertamento giurisdizionale delle responsabilità. Per fare ciò si potranno promuovere azioni presso Stati esteri finalizzate a ottenere documenti o altri elementi di prova in loro possesso che siano utili alla ricostruzione della vicenda. I commissari dovranno infine analizzare,"mediante l'analisi degli atti processuali e del materiale investigativo raccolto negli anni, quali criticità e circostanze possano avere ostacolato il sistema giudiziario nell'accertamento dei fatti e delle responsabilità". Al termine dei propri lavori, la commissione dovrà presentare alle Camere una relazione sulle risultanze dell'inchiesta.
La posizione della famiglia Orlandi
Soddisfatto, al termine della votazione in Senato, si è dimostrato Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, che da anni si batte per scoprire la verità sulla scomparsa della sorella. "Sono contento - ha affermato - aspettavo con fiducia questa notizia. La commissione potrà fare tantissimo. Sono convinto che arriveremo alla verità, non potrà essere occultata per sempre. Ringrazio i senatori che hanno votato la commissione". Poi Orlandi ha aggiunto: "Questa commissione potrà fare tanto, più di quanto può fare l'inchiesta vaticana".
La reazione della politica: i dubbi di Forza Italia
Tra i primi a commentare l'istituzione della commissione è stato il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri. "La ricerca della verità - ha detto - spinge il gruppo di Forza Italia a non opporsi all'istituzione della commissione d'inchiesta sui casi Orlandi-Gregori, anche se ho molti dubbi che si possa scoprire ciò che è realmente accaduto. La nostra posizione quindi è molto laica: si ricerchi". Gasparri, però, teme che la commissione possa andare oltre il suo ruolo istituzionale. "Il Senato e la Camera - ha ammonito l'esponente azzurro - non possono permettere che diventi un teatrino mediatico, come alcuni programmi televisivi che hanno messo sotto processo Giovanni Paolo II. Io personalmente non sono disposto a tollerarlo. La commissione d'inchiesta non può diventare l'aggressione ai santi senza che poi si debba parlare di atei. Non so chi presiederà questa commissione, ma chiederò di farne parte per verificare il rispetto delle leggi vigenti".
La soddisfazione della sinistra
"Ci siamo battuti con forza per avere la commissione bicamerale di inchiesta sui casi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Oggi inizia un percorso nuovo che deve portare finalmente alla verità. Lo dobbiamo alle famiglie e lo dobbiamo alla giustizia", ha commentato Carlo Calenda, leader di Azione. Ancora più entusiasta si è mostrato il capogruppo dell'Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro.
"Istituire una commissione di inchiesta sulla sparizione di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori - ha spiegato - è un atto dovuto, significa che il Parlamento si assume la responsabilità di fare luce su una storia di segreti e bugie, in cui per quarant'anni hanno regnato l'oscurità, il dubbio e il silenzio colpevole. Vuol dire dare respiro all'Italia migliore, quella di quanti continuano ad avere fiducia nelle istituzioni e nella giustizia".
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