A segnalare ieri mattina al personale del commissariato di zona la presenza fuori dall'istituto di quei cinque giovani «completamente estranei alla scuola» è stata innanzitutto Giovanna Mezzatesta, la preside del liceo scientifico Pietro Bottoni di via Mac Mahon, periferia nord della città. Avvisata martedì sera da una delegazione dei suoi studenti che dal giorno dopo (ieri) avrebbero occupato la scuola, la docente a sua volta lo aveva comunicato al commissariato di Quarto Oggiaro. L'ondata delle occupazioni scolastiche milanesi si sta svolgendo in maniera consueta, tuttavia il caso choc dell'istituto Severi-Correnti - dove la scuola è stata devastata, chiusa e le lezioni sospese dopo una nottata di «bagordi» sfociati in 70mila euro di danni - sta obbligando i dirigenti scolastici milanesi ad alzare ancora di più l'asticella dell'attenzione e quindi anche ad avvertire, eventualmente, le forze dell'ordine.
In quest'ottica ieri mattina la preside e alcuni studenti hanno segnalato ai poliziotti che fuori dalla scuola c'erano questi 5 ragazzi «mai visti primi ed evidentemente più grandi» intenti a parlare con i liceali del Bottoni impegnati nell'occupazione. Solo per questo la polizia li ha identificati scoprendo che si trattava di giovani tra i venti e i 22 anni, tutti universitari e tutti appartenenti all'Unione Studenti.
«Non hanno fatto assolutamente nulla, ma erano venuti a vedere, ci hanno spiegato, cosa stava accadendo. Certo non li avevamo mai notati in precedenza e ci siamo impensieriti - ci raccontano alcuni degli stessi studenti che ieri hanno occupato il Bottoni -. Al Severi-Correnti, le devastazioni della notte dell'occupazione, come hanno ammesso gli stessi studenti che c'erano, sarebbero state opera di gente venuta da fuori. Non vorremmo succedesse qui, non abbiamo intenzione di danneggiare nulla, si tratta di una occupazione come quelle che ci sono attualmente in altri licei come il Manzoni, il Virgilio o il Beccaria. E non vorremmo che qualcuno si facesse, in qualche modo, sobillare a fare gesti inconsulti.
L'obiettivo è di sospendere le lezioni e rimanere nei locali scolastici anche di notte per protesta contro il governo».Gli occupanti lo spiegano in un comunicato. «Stiamo occupando la nostra scuola per protestare contro questo sistema scolastico e proporre un modello innovativo e differente, del tutto autogestito da noi studenti».
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