Sono state depositati in queste ore in Commissione Bilancio gli emendamenti alla manovra del governo. Sono 2600 quelli presentati dalle opposizioni. Nel dettaglio, sono 1103 dal Pd, 945 dal M5s, 330 di AVS, circa 150 quelli di Italia viva e 91 di Azione, neo-componente del gruppo Misto. Altri 3, invece, sono stati presentati dalla Lega e, come più volte richiesto dal Mef, non sono di carattere oneroso. Il termine per il deposito è scaduto alle 20 di questa sera.
L'accordo tra i partiti di maggioranza prevedeva modifiche attraverso un maxi-emendamento concordato. Infatti, i correttivi da parte della maggioranza erano attesi successivamente nel corso del dibattito che si terrà Commissione tramite un testo dei relatori. Questo dovrebbe mettere mano in particolar modo ad alcune norme sulle pensioni del pubblico impiego, che hanno trovato la contrarietà soprattutto dei medici che, per questo motivo, hanno proclamato uno sciopero per il 5 dicembre.
L'obiettivo dichiarato da parte delle opposizioni è quello di ottenere il ritiro del testo. Uno scopo che al momento non sembra possibile ma, intanto, è stato fatto slittare il voto che era previsto per oggi. "Dimostreremo che non è vero quello che dice la premier Meloni, che la coperta è corta. Se la sai usare, la coperta è sufficiente, genereremo risorse", ha detto Giuseppe Conte, dimenticandosi di esser passato da Palazzo Chigi. Fra le proposte di modifica a firma M5s spunta un emendamento per finanziare per due anni il Reddito di cittadinanza così come era prima delle modifiche.
Nel frattempo si è acceso lo scontro sul salario minimo. "Primo giorno: voto bloccato. È un risultato dell'opposizione. È questo il dato politico di oggi e noi continueremo a batterci fino a quando non ritireranno l'emendamento", ha dichiarato il capogruppo del Pd in commissione Lavoro, Arturo Scotto.
Le velleità dell'opposizione, di ogni partito che compone l'arco contrapposto al governo, sono quelle di presentare una contro-manovra ma l'obiettivo è più che altro quello di rallentare i lavori del governo, mettendo i bastoni tra le ruote all'esecutivo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.