La Commissione Affari Costituzionali alla Camera ha dato il proprio nulla osta all'emendamento 16.4 al decreto Flussi, presentato dall'onorevole Sara Kelany, che sposta le competenze delle convalide dei migranti nei Cpr dalle sezioni immigrazione alle Corti d'Appello. Nei giorni scorsi l'emendamento è stato al centro di un'accesa polemica politica cavalcata dalle opposizioni, con in testa il Pd, ma anche dalla magistratura. I presidenti delle Corti d'Appello hanno scritto anche una lettera al capo dello Stato, ai presidenti di Camera e Senato e al governo spiegando che "le modifiche che oggi vengono proposte verrebbero attuate in via d'urgenza, con organici invariati e senza risorse aggiuntive".
A loro dire, "in tali condizioni, è facile prevedere che la riforma costituirà un disastro annunciato per tutte le corti di appello italiane, renderà irrealizzabili gli obiettivi del Pnrr e determinerà un'ulteriore recrudescenza dei tempi e dell'arretrato dei processi". Subito dopo l'approvazione non è mancato il prevedibile assalto del Partito democratico, che lo definisce "emendamento Musk" e secondo il quale si tratta di "una scelta scellerata che conferma la volontà del governo di ignorare il caos normativo e gli enormi costi per le casse dello Stato derivanti dall'Accordo Italia-Albania e mira a indebolire i tribunali specializzati in immigrazione".
Secondo il Partito democratico, questa sarebbe "una chiara vendetta contro chi, applicando la legge, si è rifiutato di piegarsi a richieste che violano i principi del diritto".Articolo in aggiornamento
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