Il consiglio di amministrazione di Parmalat ha rinviato a fine giugno l’assemblea degli azionisti chiamata a rinnovare i vertici dell'azienda. L'assemblea era prevista per il 14 aprile, ma è stata rinviata come consentito dal decreto legge anti-scalate straniere, approvato una settimana fa dal Governo per contrastare l’avanzata di Lactalis nell’azionariato del gruppo di Collecchio. Le proteste dei francesi, che in una lettera avevano chiesto di non spostare l’assemblea, sono rimaste così inascoltate.
Due voti contrari La decisione del cda non è stata tuttavia presa all’unanimità. Tra i 9 consiglieri presenti - 2 erano assenti - non c’è stata alcuna astensione, mentre a votare contro sono stati l’amministratore delegato di Luxottica, Andrea Guerra, e il numero uno di Carlyle Italia, Marco De Benedetti. Questo vuol dire che l’ad Enrico Bondi, Massimo Confortini e Carlo Secchi - candidati nella lista di Intesa Sanpaolo - hanno votato dichiarando il loro conflitto di interesse. Il cda di Parmalat ha deciso di procedere al rinvio dell’assemblea al 28 giugno "sulla base di una motivazione piuttosto articolata", ha spiegato Giuseppe Lombardi, avvocato da sempre vicino a Bondi, uscendo dalla riunione del board.
Cosa comporta il rinvio Con il rinvio a fine giugno dell’assemblea, il Tesoro, con la Cdp, e le banche (Intesa Sanpaolo, Mediobanca e Unicredit) hanno così tutto il tempo per lavorare su una cordata italiana, alternativa a Lactalis, ancora tutta da costruire. Proseguirà così il lavoro per verificare l’effettiva disponibilità dei gruppi industriali a far parte dell’operazione di sistema. Barilla si è già tirata fuori, ribadendo in una nota di non essere mai stata interessata all’azienda di Collecchio. Resta alla finestra il gruppo Ferrero, della partità c’è Granarolo e, forse, il mondo delle cooperative rosse. Il fondo Clessidra di Claudio Sposito sta valutando il dossier. Le banche hanno dato la loro disponibilità a fare da advisor ed, eventualmente, a dare un supporto creditizio ai gruppi interessati a investire in Parmalat ma non sarebbero interessate a investimenti diretti.
La reazione di Lactalis Resta sul piede di guerra Lactalis, titolare del 29% di Parmalat. Oggi il gruppo francese ha inviato una lettera al cda per opporsi al rinvio e tra i punti sollevati c’è quello del termine utile per la convocazione dell’assemblea, spiegando che per cambiare giorno Parmalat avrebbe dovuto pubblicare gli avvisi già oggi (giorno della cosiddetta "record date") sui principali quotidiani. Parmalat ha provveduto oggi stesso a pubblicare sul proprio sito Internet l’avviso di revoca e di nuova convocazione dell’assemblea. Anche se stando all’articolo 8 del proprio statuto la convocazione dell’assemblea deve essere pubblicata sul sito Internet, "nonchè con le altre modalità previste da Consob con regolamento e su due quotidiani tra Corriere della Sera, La Repubblica e Il Sole 24 Ore, e sul Financial Times". Dopo la notizia del rinvio Lactalis ha diffuso una nota in cui "esprime il suo sconcerto per la decisione illegittima e priva di motivazioni presa dal consiglio di amministrazione di Parmalat in merito al rinvio dell’assemblea degli azionisti della società".
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