Sarà lo scrittore newyorkese Paul Auster, autore di culto della letteratura americana, tradotto in ben 34 lingue, il protagonista di Dedica 2009, il festival culturale in programma dal 21 marzo al 4 aprile. Auster è uno dei pochi scrittori americani della sua generazione ad aver rispettato in pieno le regole di apprendistato che da sempre caratterizzato il cotè americano del «fare letteratura». Dopo i fruttuosi e precisi studi universitari alla Columbia, il giovane Auster - affamato di vita e di esperienza - si imbarca su una petroliera. È il 1969. Nel suo Paese, come e di più in Europa, i suoi coetanei si riempiono le orecchie di slogan e di vuote formule ideologiche. Auster preferisce toccare con mano la vita dei marinai delle petroliere e la dura esperienza del mare, lontano da casa e dagli agi della terraferma.
Nel 1971 - ecco un'altra inveterata tradizione che ritorna - si trasferisce armi e bagagli a Parigi. Vuole conoscere il mondo europeo e vuole rivivere esperienze e momenti formativi che già avevano arricchito gli autori dell'Età del Jazz, come quella della Beat Generation (da Borroughs a Ferlinghetti, da Corso a Ginsberg). Già nel 1966, non ancora ventenne, era stato a lungo in Irlanda. Giusto per capire meglio il lavoro di James Joyce (quando si dice la pignoleria!).
Durante l'incontro con il pubblico organizzato al festival di Pordenone ci sarà modo per ripercorrere la lunga carriera letteraria di Auster. Iniziata con due sillogi poetiche al ritorno dal soggiorno francese (nel 1974 pubblica Unearth e due anni dopo Wall Writing), la carrira dello scrittore del New Jersey (è nato a Newark il 3 febbraio del 1947) si indirizza subito lungo il binario della narrativa. E lo fa con un esordio davvero folgorante: quella Invenzione della solitudine (dove si ritrovano molti dei temi forti della sua narrativa: dal rapporto col padre al senso di isolamento del personaggio uomo in una sorta di nuova stagione dell'alienazione).
L'autore della celebre Trilogia di New York, insieme a Lou Reed e Woody Allen è considerato inoltre uno dei «cantori» della Grande Mela, creatore di un universo letterario che gira attorno alla ricerca dell'identità, individuale o collettiva, storica o sociale, caratterizzato da una scrittura diretta e incisiva. La sua militanza intellettuale è spesso sfociata in impegno civile e politico; attraverso i suoi libri Auster si è spesso interrogato sul futuro del suo Paese.
In libreria sono tante le possibilità per affrontare con profitto la narrativa di Auster. Resistono sugli scaffali Nel paese delle ultime cose (2007) che Uomo nel buio (2008), sia Moon Palace (2007) che Viaggi nello scritporium (2006). Per non dire della già citata Trilogia di New York e Mr Vertigo (tutti pubblicati da Einaudi).
«Meccaniche dell'esistenza» è il filo conduttore della quindicesima edizione della manifestazione, titolo scelto in omaggio all'universo letterario proprio di Auster, che ruota attorno alla ricerca di identità, sia essa individuale o collettiva, storica o sociale.
Il festival si aprirà il 21 marzo con una conversazione tra l'ospite d'onore e Antonio Monda, preceduta dalla video-dedica realizzata dal regista tedesco, Wim Wenders.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.