Il Pd fa sfilate contro il Cpr e smentisce pure il sindaco Sala

Oggi sopralluogo della capolista Strada in via Corelli. Sala: "Mai detto che va chiuso, servono regole chiare"

Il Pd fa sfilate contro il Cpr  e smentisce pure il sindaco Sala
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Il premier Giorgia Meloni, e prima il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, il presidente del Senato Ignazio La Russa con il deputato FdI Riccardo De Corato o l'eurodeputata leghista Silvia Sardone, hanno scelto di fare visita in questi giorni al Niguarda al viceispettore di Polizia Christian Di Martino, accoltellato giovedì scorso da un immigrato irregolare alla stazione di Milano Lambrate. Il gruppo regionale di FdI ieri ha fatto visita agli agenti in presidio in stazione Centrale. E cittadini hanno esposto lo striscione «Forza Christian!» in corso Buenos Aires. Segnali di vicinanza non solo a lui ma alle forze dell'ordine che ogni giorno rischiano la vita e in questi mesi devono fare i conti con le campagne anti divise di sinistra e antagonisti. Priorità del Pd, anche quando in ospedale è finito un agente e per mano di un extracomunitario con precedenti e fogli di via, è sfilare al Cpr di via Corelli per «verificare le condizioni» dei clandestini, ribadire che «il centro per i rimpatri è inutile», «va chiuso», figuriamoci raddoppiarlo come intende fare il governo. Oggi tocca alla capolista del Pd alle Europee Cecilia Strada: andrà a «verificare direttamente le condizioni del Cpr al suo interno. É un buco nero per i diritti umani e Sala ha saputo dai giornali che ne è previsto uno nuovo». Anche Daniele Nahum, consigliere e candidato in Ue con Azione, se eletto si batterà «con determinazione per la chiusura dei Centri, trasformati in veri e propri luoghi di detenzione». Il capogruppo regionale del Pd Pierfrancesco Majorino, assessore nella prima giunta Sala, insiste che «è totalmente inutile e dannoso sul piano dei diritti umani». Smentendo anche il sindaco che ieri ha puntualizzato: «Non c'è nessuna dichiarazione mia in passato con richieste di chiudere il Cpr di Corelli, non sono in principio contrario alla sua esistenza. Ma servono regole di funzionamento chiare e a Milano abbiamo avuto un'esperienza non positiva, c'è un amministratore giudiziario». Ma ha ribadito il punto anche nella telefonata in mattinata con il prefetto Claudio Sgaraglia, dopo il vertice (a cui non è stato invitato) presieduto lunedì da Piantedosi. «Ho detto al prefetto che voglio visibilità su quello che succede ma lo ridico, chi commette atti criminali in maniera reiterata va rimpatriato tutte le volte che si può. Con il ministro ho sempre dialogato e non faccio mai l'offeso ma non mi piace che si parli di secondo Cpr senza farmi una telefonata». Nell'immediato, più che un nuovo centro è probabile che si allarghi l'esistente, «il prefetto mi ha spiegato che ci sono lavori che andranno completati entro fine anno e lì potrebbero» aumentare ancora i posti. Nuovo Cpr o più ampio, per il governatore Attilio Fontana «le scelte legate alla sicurezza vanno fatte a livello ministeriale quindi mi fido».

Sala critica Meloni che da premier non è ancora passata da Palazzo Marino: «Non riesco veramente a comprendere perchè non abbia interesse a confrontarsi con la comunità milanese». Il premier replica a distanza: «Non ci sono priorità e non ci sono città abbandonate.

Stiamo dando risposte a tutti e lo facciamo anche con Milano. Giuro che faccio del mio meglio. Ma sono una persona sola e probabilmente questo lo direbbero anche in altre città, si fa quello che si può. Le risposte mi pare che arrivino, a tutti».

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