Roma - Esce allo scoperto, con un documento ufficiale, il malumore dei parlamentari ulivisti del Pd, dopo i segnali inviati dal segretario Pierluigi Bersani per una correzione del meccanismo delle primarie e un possibile accordo con Terzo polo, in chiave elettorale. Altro grana in casa dei Democratici cghe avevano rinviato anche una direzione del partito che si preannunciava "calda" e scomoda per un intervento di Veltroni, da tempo sul piede di guerra e critico verso la segreteria. Ora è la volta dei "prodiani" ad uscire allo scoperto.
Arturo Parisi, Mario Barbi, Antonio La Forgia, Fausto Recchia, Andrea Papini, Giulio Santagata e Albertina Soliani hanno spiegato che la loro partecipazione alle riunioni del gruppo dirigente non sarà più garantita. "Caro Bersani - si legge nella lettera aperta pubblicata dal Corriere - quasi tutte le parole che negli ultimi diciotto anni hanno accompagnato, e guidato, il nostro cammino comune hanno perso il loro senso. Progetto, democrazia governante, scelta maggioritaria, alternativa, bipolarismo, vecchio ulivo, nuovo ulivo, primarie, democrazia di partito, categoria di partito e, soprattutto, partito nuovo: queste sono le più importanti ma non le uniche. Dire che abbiamo perso il bandolo della matassa è il minimo ma, assieme a questa asserzione, ci pare fondamentale riconoscere la necessità di aprire una fase di ricerca, di una ricerca che non possa essere più contenuta nei rituali e nelle procedure di partito ma debba svolgersi, invece, in un clima di assoluta libertà tra i cittadini".
La Bertolini (Pdl): partito senza pace "Anche durante le festività Natalizie nel Pd si danno botte da orbi tutti i giorni. Una volta sono i rottamatori di Renzi, oggi arrivano gli ulivisti di Parisi. Ogni giorno ha la sua pena per Bersani", attacca la parlamentare del Pdl, Isabella Bertolini. "Il dato politico che emerge prepotentemente - aggiunge la Bertolini - è che il Pd non è certo il partito che può svolgere il ruolo guida dell’opposizione in Italia. Le continue liti, poi, hanno mostrato anche l’assoluta incapacità propositiva dei Democratici.
Così, mentre Bersani è solo impegnato per tentare di trovare un’improbabile road map per la pace interna, l’azione politica del Pd appare sempre più residuale -conclude Bertolini- e totalmente al traino dell’alleato di turno".
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