Pecore, capre e asini. Così l'aeroporto funziona alla grande

Il gregge si occupa del prato mangiando le erbacce e tiene lontano dalla pista i coyote

Pecore, capre e asini. Così l'aeroporto funziona alla grande

Una piccola fattoria a bordo pista. Con trenta animali fra pecore, capre e un asino di nome Jackson. Sono i nuovi «addetti» assunti dall'aeroporto internazionale di Chicago per aiutare i «colleghi» umani in una serie di compiti. Alcuni sono incaricati di tenere lontani, coyote, topi e altre specie selvatiche, altri di tagliare l'erba. Naturalmente mangiandola. La mandria, con tanto di pastore, è arrivata allo scalo O'Hare qualche giorno fa. Si è insediata nei campi del lato Nord, che costeggiano le sette piste di atterraggio. Da quel giorno, vaga attraverso la campagna brucando l'erba che, diversamente, crescerebbe in modo incontrollato. Il merito è dell'iniziativa Sustainable vegetation management, che prevede già da qualche anno una gestione più sostenibile della vegetazione ed è sperimentato per la prima volta in un aeroporto americano. «Per sei estati, questo programma ha fornito sostentamento a dozzine di amici pelosi, rappresentando anche un'alternativa ecocompatibile per mantenere le aree intorno all'aerodromo sicure e adeguatamente mantenute», spiega il commissario del Cda Jamie Rhee. «Fa tutto parte del nostro impegno per garantire che i nostri aeroporti abbiano un impatto positivo sugli ecosistemi circostanti». E così da qualche settimana, fra un decollo e un atterraggio, è possibile vedere all'opera Jackson, che indossa una campana e passa il suo tempo ad allontanare i coyote. Così come April, Joy e Silver che tagliano l'erba, tenendo anche lontani topi e molti altri piccoli animali selvatici. Il loro preziosissimo lavoro è coordinato dal pastore Andrew Tokarz, che si è trasferito nello scalo con loro, per seguire da vicino le attività quotidiane. Gli animali sono ospitati in una stalla a ridosso delle piste. Ogni mattina vengono liberati per mangiare erba incolta e arbusti in eccesso. E loro, ben contenti di scorrazzare all'aria aperta e di arrampicarsi ovunque, non si preoccupano di rispettare turni o orari. Semplicemente considerano lo scalo una nuova casa, e si divertono a scoprirne ogni angolo, mangiando a volontà. Non è la prima volta che animali da fattoria vengono impiegati come giardinieri. Le capre, in particolare, sono utilizzate molto spesso per pascolare nei cimiteri, nei parchi e in altri spazi verdi nelle aree urbane, da Parigi a New York. Ma in un aeroporto, queste mandrie affamate hanno uno scopo aggiuntivo: mentre gli aerei decollano nelle vicinanze, questa banda a quattro zampe elimina specie invasive ed erbacce pericolose, come la quercia e l'edera velenosa. Inoltre la sua presenza contribuisce a rendere gli habitat meno attraenti per gli animali selvatici dai procioni agli stormi di uccelli - che potrebbero interferire con le operazioni aeroportuali. «Questa zona era diventata eccessivamente incolta prosegue il biologo Craig Pullins -. L'erba alta offre rifugio a piccoli mammiferi come i topi, che sono cibo per coyote e falchi e altre creature potenzialmente pericolose per i voli». Gli animali vengono utilizzati nelle aree collinari dell'aeroporto, dove la gestione del verde con le attrezzature ordinarie è più difficoltosa. «Il risultato è che spendiamo meno soldi e non produciamo inquinamento», va avanti l'esperto. Per arrivare a Chicago gli animali sono partiti dalla loro fattoria di Lemont, nell'Illinois. I primi giorni, lontani dalla quiete della campagna, erano un po' spauriti e spaventati dal rumore dei motori. Ma il disagio è durato pochissimo: «Dal terzo aereo che hanno sentito, non hanno neanche più alzato la testa», giura il loro pastore.

Adesso, abituati al frastuono, lavoreranno per i prossimi tre mesi, prima di tornare nelle loro stalle. Proprio come è successo ai loro predecessori. Capre, ma anche lama. Arrivati a Chicago per rendere più sicuri ambiente e viaggiatori.

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