Il 26 gennaio del 1980, si spegneva a Roma all'età di 76 anni una delle figure più rappresentative del Teatro e cinema italiano: Peppino De Filippo. L'anniversario ha offerto lo spunto al «Secolo d'Italia» per la pubblicazione di un gradevole articolo sulla figura di Peppino «fascista». Circostanza tanto più «clamorosa» se messa in contrapposizione con le simpatie di sinistra (queste sì mai nascoste) da parte del fratello Eduardo. Da cosa nasce la simpatica provocazione del «Secolo»? L'appiglio, diciamolo subito, è molto leggero: una battuta nel film «La banda degli onesti» in cui il «tipografo» Lo Turco (interpretato da Peppino) fa riferimento a una non meglio attività di volantinaggio clandestino e un episodio nel film «Gli onorevoli» in cui Peppino veste i panni di un ambiguo candidato missino. Bastano questi due episodi per dare (pur simpaticamente) del «fascista» a Peppino.
Il figlio Luigi De Filippo lo esclude categoricamente: «Nessuno può permettersi di appropriarsi politicamente della figura di mio padre. Sia come uomo, ma soprattutto come attore». Un appello da condivide appieno. E dello stesso avviso è anche Pappagone, fedele aiutante del - come lo chiamava lui - «Cummantatore Pupino Di Filippo».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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