Dopo l’incoronazione re Carlo III e la Regina consorte Camilla diventeranno ufficialmente i sovrani d’Inghilterra, benché di fatto già lo siano. Per Camilla ci sarà un ulteriore passaggio, visto che dal titolo verrà omesso il termine “consorte”. Entrambi avranno un compito importante e tutt’altro che semplice: traghettare la monarchia verso il futuro attraverso la strada della neutralità.
Da Regina consorte a Regina
Il 5 febbraio 2022, alla vigilia dell’Accession Day, la regina Elisabetta dichiarò: “Quando, a tempo debito, mio figlio Charles diventerà re, so che garantirete a lui e a sua moglie Camilla lo stesso sostegno che avete dato a me ed è mio sincero augurio che, quando quel momento arriverà, Camilla sia riconosciuta come Regina Consorte”. Con queste parole la defunta sovrana premiò Camilla per la sua lealtà alla monarchia e per la tenacia con cui è riuscita a ribaltare il suo destino, da “amante” a moglie del Re. L’attuale Regina consorte non avrebbe mai sperato tanto. Al momento del suo matrimonio con Carlo, nel 2005, specificò di aspirare semplicemente al titolo di “principessa consorte”, una volta salita al trono.
Un passo indietro che, forse, manifestava la sua volontà di non intralciare Carlo, di non diventare il punto debole del nuovo regno a causa della rivalità con Lady Diana, del suo ruolo di “altra donna”. Sebbene quello di Carlo e Camilla sia un passato condiviso. Ma gli anni e la tragica morte di Diana hanno completamente stravolto un destino che sembrava già scritto. La regina Elisabetta avrebbe riconosciuto il vero amore di suo figlio, aiutando Camilla a diventare Regina consorte.
Tuttavia questo titolo è davvero ampolloso e di solito non viene neanche usato, poiché è inutile puntualizzare un’ovvietà, cioè che la Regina è consorte in quanto moglie del re e, nel caso specifico, che Camilla è la moglie di Carlo. Per questo Buckingham Palace ha scelto di fare un passo in più, togliendo il termine “consorte” dopo l’incoronazione. Per la verità il preludio a questa scelta lo troviamo già negli inviti alla cerimonia, dove Camilla è indicata solo come “Regina”. Gli esperti hanno messo in evidenza anche un altro fatto importante che giustifica il cambiamento: la parola “consorte” poteva essere accostata al titolo di Camilla subito dopo la morte della regina Elisabetta, per evitare equivoci. Ora, però, questo rischio non esiste più.
Un Re che non vuole imparare la lezione della neutralità
Carlo III non è più l’eterno principe di Galles ed erede al trono. Nel momento esatto in cui la regina Elisabetta è stata dichiarata deceduta lui è diventato il Re d’Inghilterra. In casi come questo non esiste il concetto di “trono vacante”. Tuttavia l’incoronazione è fondamentale per dare ufficialità al titolo. Si tratta di una sorta di riconoscimento pubblico e di fronte a Dio. Carlo III, però, dovrà dimostrare che il suo regno non sarà un semplice interludio tra quello, lungo e sfavillante, della regina Elisabetta e quello, ancora da scrivere, del principe William.
Per farlo dovrà imparare una lezione importante: la neutralità. Dote che Sua Maestà ha spesso tralasciato per comunicare al mondo le sue opinioni su svariati argomenti anche inerenti alla politica. I tempi cambiano, la monarchia deve seguirli, ma una totale assenza di riservatezza, qualità che ha permesso a Elisabetta II di farsi amare e rispettare in tutto il mondo, potrebbe nuocere a re Carlo e al suo regno appena nato. Potrebbe destabilizzare ciò che ha intenzione di costruire.
Come re d’Inghilterra Sua Maestà potrebbe decidere di
rivedere il suo modo di porsi al pubblico, scegliendo una strada che lo ponga al di sopra delle parti. Il fatto che non abbia partecipato alla Cop27, nell’ottobre 2022, potrebbe essere un segnale di questo cambiamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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