"C'ho una Glock per sparare alle guardie". Gli insulti del rapper alle forze dell'ordine

Dal palco di un festival a Trapani, davanti a migliaia di persone, il rapper El Matador ha intonato cori contro carabinieri e collaboratori di giustizia. Lo "sdegno" di Italia Celere

"C'ho una Glock per sparare alle guardie". Gli insulti del rapper alle forze dell'ordine
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Le rime provocatorie, più spesso volgari, mai semplicemente trasgressive dei rapper possono fare molto male. Non solo ai bersagli delle loro barre ma a intere comunità, com'è avvenuto la notte del 4 agosto a Trapani, dove il rapper El Matador, non un esponente di primo piano della scena italiana, ha rovinato la festa di migliaia di siciliani che volevano godersi una serata di spettacolo. Dylan Nicolas Potenza, questo il suo nome reale, ha conquistato la sua nicchia di mercato grazie ai social ma l'esibizione di Trapani potrebbe costargli cara in termini di popolarità. La denuncia, prima del sindaco e poi del sindacato di polizia Italia Celere, per il suo atteggiamento sul paco del Green Valley Pop potrebbe anche causargli altri problemi in relazione alla segnalazione effettuata alla procura.

Ma cosa è successo? A un certo punto della serata, El Matador ha pensato che fosse una buona idea intrattenere il pubblico della manifestazione con una serie di goliardici "chi non salta... ecc". Tutto bello, fino a quando non si è fatto prendere la mano e non ha esagerato andando prima a scandire "chi non salta carabiniere è" e poi "chi non salta collaboratore di giustizia è". In platea è caduto il gelo e il motivo è molto semplice. Questo è un territorio da sempre stretto nella morsa delle mafie, i residenti conoscono bene il male che le organizzazioni criminali non in grado di provocare alla comunità. Le persone per bene che vivono in questo territorio, e non sono poche, conoscono il valore della riconoscenza nei confronti delle forze dell'ordine che rischiano la vita per bonificare la società dalle infiltrazioni mafiose. E, soprattutto, apprezzano coloro che decidono di uscire dal circolo vizioso della malavita per diventare collaboratori di giustizia. Hanno vissuto sulla loro pelle gli omicidi di Antonino Cassarà e Roberto Antiochia per mano della mafia, due uomini di Stato brutalmente assassinati perché facevano il loro dovere.

Quello espresso dal segretario provinciale di Italia Celere, Alberto Lieggio, è profondo "sdegno" nei confronti di questo artista, convinto di potersi accattivare le folle con siparietti come quello. Ma c'è di più, perché nei testi delle sue canzoni non mancano nemmeno barre di estrema violenza come, per esempio: "C’ho una glock per sparare agli infami, alle guardie e ai laziali, a tutti i miei rivali". Oppure: "Un giorno vendo un chilo, in due secondi una panetta".

Qualcuno che dirà che, dopo tutto, queste "sono solo canzoni" e che El Matador è solo un giovane rapper che in questo modo esprimerà la sua arte si troverà di sicuro. "Trapani (e la Sicilia) preferisce un collaboratore di giustizia e non un mafioso in giro", ha dichiarato il sindaco Giacomo Tranchida.

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