Sono trascorsi 7 mesi dal festival di Sanremo che ha visto Chiara Ferragni sul palco per ben due serate, trattata come una diva suprema con onori e lodi. I risultati su quel palcoscenico, però, hanno lasciato molto a desiderare. Chi capisce qualcosa di tv aveva detto la banalità più ovvia ma vera del caso: Sanremo non è Instagram. A parte questo, la partecipazione di Ferragni sarebbe finita nel dimenticatoio molto presto se non fosse stato per il caos generato dalla litigata con suo marito Fedez, colpevole di averle rubato la scena. Che affronto, che onta per la diva suprema. Tuttavia, la nostra ha trovato comunque il modo di monetizzare realizzando un episodio speciale della serie tv Ferragnez.
Anche quella lite, che per un mese è stata al centro del dibattito italiano per l'assenza dai radar di Fedez e per le sue figuracce, le rare volte che è ricomparso, è stata però l'occasione per un ennesimo racconto ferragnicentrico. Se ne sentiva la mancanza? Assolutamente no, eppure nella base più fervida di fan della coppia, l'episodio in cui i due, ma soprattutto lei, visto come è stato impostato il tutto, è stato accolto come un prodotto da Oscar. Ebbene: non è così. O meglio, la recitazione non è certo di prim'ordine. Perché di questo si tratta: di spontaneità in quel girato non se ne vede o se ne vede poca. Ma andrebbe pure bene così, d'altronde il prodotto nasce per intrattenere il pubblico.
L'elemento disturbante di tutto questo è un altro: è la disturbante mania del controllo della protagonista, che si esprime in crisi di pianto e in continua ricerca dell'approvazione da parte di chi le sta intorno. E non c'è nessuno, ma davvero nessuno, di quelli che sono lì presenti che le dica una volta qualcosa di negativo. È tutto un "sei bellissima, sei bravissima, sei top, sei cool" ecc. Lei che lancia messaggi di autodeterminazione e di positivity, nella pellicola dimostra di essere succube dell'opinione pubblica. E guai a farle domande, per carità: la conferenza stampa, ossia la prima volta in vita sua in cui non si è dovuta confrontare con giornalisti azzerbinati, è stata vissuta come un dramma.
Tutto è costruito per essere percepito in un certo modo. "Mettiamo l'abito nero come primo, che comunque ha un claim femminista", dice il sodale di sempre a Ferragni. Un altro esempio di come in Ferragni tutto sia finto e costruito: non un abito asservito al messaggio femminista, come si è voluto far credere, ma il messaggio femminista asservito a un abito. Perché il centro dev'essere comunque lei, che si incensa, che si loda, che si congratula da sola nel monologo, in cui il claim women power diventa di supporto alla sua narrazione del suo ego.
E Fedez, in tutto questo? Lui è il reietto della famiglia. "Non ti si può portare da nessuna parte", dice lei dopo il bacio con Rosa Chemical che le ha rubato la scena. Fedez ha osato mettere in ombra la diva, offuscarne l'aura, prendersi le luci della ribalta che dovevano essere sue e solo sue. Fedez che non è potuto rimanere nella stessa casa di sua moglie durante la permanenza a Sanremo, perché lei aveva bisogno solo del suo team. Il marito, d'altronde, in quell'occasione non era funzionale. Attorno a lei voleva solo una corte dei miracoli adulante, yes-man di prim'ordine che gonfiassero ancora (come se ce ne fosse bisogno) il suo ego smisurato.
Il marito avrebbe preso energie. Lui, costantemente alla ricerca di attenzioni, capace perfino di mettere in crisi un matrimonio per averle, le avrebbe rovinato tutto. E così è stato: ma più che per il furto della luce dei riflettori, forse Ferragni ha sbroccato per un altro motivo. Fedez è stata la variabile impazzita, l'elemento di rottura nel suo piano programmato perfino nelle pause pipì, che è riuscita a tenere lontano da sé per tutto Sanremo ma non in quei 5 minuti di follia. Da brava maniaca del controllo qual è, Ferragni non ha digerito tutto questo.
E da 7 mesi, come dimostra la storia di Fedez col capo cosparso di cenere a ridosso dell'uscita dell'episodio, continua a fare leva sui suoi sensi di colpa. La fotografia perfetta di quella che è una relazione non sana.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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