Tra le mosse più bizzarre della sua campagna elettorale, Trump aveva lanciato il mese scorso uno spot sulle forze armate che utilizzava la prima parte di Full Metal Jacket, quella col Sergente Istruttore che urla contro le reclute per trasformarle in macchine di morte. Le scene, la cui forza era amplificata da una martellante musica rock, si alternavano al discorso di una funzionaria governativa transgender e a balletti di soldati che dismettevano le mimetiche per rivelarsi drag queen scatenate sulle note di Kylie Minogue.
Lo spot voleva essere un invito a tornare grazie a Trump a una visione maschia dell'esercito statunitense contro la deriva da femminucce della comunista molto woke Harris. Anche a prescindere dalla fine che fa Hartman qualche minuto dopo le sparate verbali usate nello spot, mi era parso assurdo prendere lui come modello per la rifondazione di un esercito efficiente: il film di Kubrick, benché accurato nell'esposizione dell'addestramento dei Marines e immune dalle facili etichette da film antimilitarista (perché interessato come sempre alla pura ma non semplice verità), denuncia chiaramente la disumanizzazione delle reclute e, in ultima analisi, la follia non della guerra ma dell'essere umano. Fosse stato questo il messaggio, uno spot perfetto.
Ai borbottii dei fan che lamentavano l'uso indebito del film rispose Vivian Kubrick, figlia del regista. In un post su X disse che l'uso del film era sì incongruo e contraddittorio ma si trattava di un mero espediente retorico per far passar meglio il messaggio che, pur essendo Trump un difensore della vita e della pace, un esercito forte resta necessario per difendersi dalle minacce esterne in questi tempi strani e pericolosi, specialmente da quelle delle nefande élite globaliste che vogliono prendere possesso del mondo e controllarci il pensiero. Anzi, Vivian si diceva convinta che suo padre avrebbe non solo approvato l'uso di Full Metal Jacket ma che sarebbe pure stato un fervente sostenitore di Trump e delle sue battaglie per la libertà.
Sarei perplesso anche io di fronte a queste affermazioni se non avessi seguito gli exploit di Vivian negli ultimi trent'anni.
Dapprima preda delle fantasie di Scientology, sfuggita perfino all'occhio vigile di suo padre e data per morta da sua madre, era riapparsa una decina d'anni fa a un rally di Alex Jones, uno dei guru del complottismo becero americano, dove aveva straparlato di totalitarismo, poteri forti, lavaggi del cervello, disinformazione mainstream. Dal pulpito social aveva poi continuato a lanciare strali contro l'agenda globalista, denunciare gli extraterrestri satanisti che ci comandano e sostenere coi cuoricini Trump e il movimento MAGA. Io, che mi pregio d'esser di ampie vedute, la persi irrimediabilmente la volta in cui la vidi commuoversi in studio da Jones mentre elogiava la sua integrità e il suo coraggio -- di Alex Jones, ripeto, uno che attribuisce il cambiamento climatico alle manovre della Banca Mondiale e che è stato condannato a risarcire le famiglie delle vittime di una strage a una scuola elementare dopo averle definite per anni attori di una messinscena governativa. Sic transit gloria filiae.
A Vivian rispose a sua volta Matthew Modine, il Soldato Joker protagonista del film: secondo lui Trump aveva completamente distorto il potente monito antimilitarista di Kubrick per farne uno strumento manipolatorio di propaganda omofoba. Quando si parla di propaganda si va subito a finire lì, e infatti Modine citava Leni Riefenstahl e Il Trionfo della Volontà, cadendo, anche se aveva ragione sullo sconcio spot, nel tranello della reductio ad Hitlerum paragonando Trump al dittatore nazista.
L'episodio, in realtà non dissimile da altri di questa campagna elettorale, ha offerto uno spaccato vivido dell'America del possibile Trump bis: due tifoserie opposte, una invasata e illogica, e l'altra in debito di ossigeno, anche comprensibilmente.
Una volta Kubrick si riferì al suo Arancia Meccanica come a una medicina per il mondo
moderno. Ora che neppure i vaccini di Kubrick, regista illuminista per eccellenza, ci immunizzano più dalla follia della nostra specie, ora che anche l'arte che illumina le nostre zone buie appare inefficace, cosa ci resta?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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