"Frasi antisemite". Susan Sarandon cacciata dalla sua agenzia di Hollywood

L’attrice premio Oscar è finita nella bufera per aver paragonato gli israeliani affermato che ora gli ebrei americani "stanno avendo un assaggio di cosa si provi a essere un musulmano in questo Paese"

Susan Sarandon al Festival di Cannes 2017 con caschetto mosso
Susan Sarandon al Festival di Cannes 2017 con caschetto mosso
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Tra le principali protagoniste delle manifestazioni pro-Palestina di New York sin dal 7 ottobre, giorno del brutale attacco di Hamas contro Israele, Susan Sarandon è finita nella bufera per alcune affermazioni considerate antisemite. Nel corso di una manifestazione organizzata lo scorso venerdì, l’attrice premio Oscar ha detto che gli israeliani spaventati dopo il già citato massacro del 7 ottobre "stanno avendo un assaggio di cosa si prova a essere musulmani in America". Travolta dalle polemiche, la 77enne è stata cacciata dall'agenzia di star di Hollywood Uta (United Talent Agency). La notizia è stata confermata da Page Six.

Premiata con l’Oscar per "Dead Man Walking" e interprete del film "Thelma & Louise", Susan Sarandon ha anche intonato il coro "dal fiume al mare" con cui i manifestanti invocano l'eliminazione dello Stato di Israele e la creazione di uno Stato palestinese che si estenda, appunto, dal fiume Giordano al Mediterraneo. Si tratta inoltre di un grido di battaglia utilizzato da Hamas, per questo viene visto da molti come un vero e proprio appello antisemita alla distruzione dello Stato ebraico.

La Sarandon era seguita dall'agenzia da quasi dieci anni. La Uta cura gli interessi di altre star del calibro di Johnny Depp, Harrison Ford, Charlize Theron e registi come i fratelli Coen, M. Night Shyamalan e Wes Anderson. La notizia era nell’aria, considerando la grande attività social dell’interprete statunitense. Sul web, infatti, ha espresso più volte posizioni fortemente critiche nei confronti della guerra condotta da Israele, postando accuse di genocidio, atrocità e crimini di guerra. In più di un’occasione ha sposato le tesi di Roger Waters, sovente accusato di antisemitismo.

Le affermazioni della Sarandon hanno sollevato un putiferio in rete. La giornalista musulmana Asra Nomani ha stigmatizzato senza mezzi termini la posizione dell’attrice, ponendo l’accento sull’alto tenore di vita condotto da lei e dalla sua famiglia di migranti negli States. “Lascia che ti dica cosa significa essere musulmano in America”, ha esordito l’ex cronista del Wall Street Journal, che ha elencato le tante libertà di cui lei e i suoi genitori godono.

Ha spiegato come suo padre, professore, sia riuscito a ottenere una cattedra, mentre sua madre ha avuto la possibilità di non indossare il velo e di aprire un'attività a Morgantown, West Virginia: “Per piacere, non diffamare l’America per la vita – e le libertà – che offre ai musulmani”. Per il momento la Sarandon non ha rilasciato dichiarazioni sul licenziamento.

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