L’ultimo segreto di Diana: le registrazioni che fanno tremare la Corona

Lady Diana avrebbe registrato dei video e un audio, mai ritrovati, che potrebbero gettare la Corona in una crisi irreversibile

L’ultimo segreto di Diana: le registrazioni che fanno tremare la Corona

Lady Diana affidava spesso segreti, confidenze e impressioni a delle registrazioni che hanno contribuito a farci conoscere i suoi lati più nascosti. Per la principessa i nastri da incidere erano un po’ come un diario da scrivere. Sarebbero stati la sua testimonianza per il mondo, oltre che uno sfogo personale. Forse addirittura una specie di assicurazione sulla vita, visto che negli ultimi anni Diana avrebbe temuto per la sua incolumità. Sappiamo che una buona parte delle sue paure era infondata, probabilmente stimolata e alimentata anche dal giornalista Martin Bashir, per ottenere la celebre intervista alla Bbc del 1995. Tuttavia la principessa non avrebbe rivelato al pubblico proprio tutto ciò che sapeva e aveva vissuto alla corte britannica. Ci sarebbe ancora un ultimo mistero riguardante delle registrazioni inedite che potrebbero mettere in grave imbarazzo la royal family.

Le confessioni di Diana

“Ero entusiasta di parlare direttamente con la principessa, ma ciò era semplicemente fuori questione”, ha dichiarato al Daily Mail Andrew Morton, raccontando in che modo la principessa del Galles collaborò alla stesura del suo best seller “Diana. Her True Story” (1992). “…Così la intervistai per procura, dando le mie domande a James Colthurst”, un amico comune che, ha proseguito lo scrittore, “registrò sei interviste con lei nel salotto di Kensington Palace”.

In quei nastri Diana raccontò le sue vicissitudini matrimoniali, i suoi desideri, le sue paure, le infedeltà coniugali: “Mi sentii come trasportato in un universo parallelo. La principessa parlava della sua infelicità, del senso di tradimento, dei tentativi di suicidio e di due cose che non avevo mai sentito prima: un disturbo alimentare chiamato bulimia nervosa e una donna di nome Camilla”. Quei nastri registrati gettarono le prime ombre sul matrimonio da favola di Diana. Tuttavia le confessioni che nascondevano non finirono proprio tutte nel libro di Morton.

Nel settembre 2023 vennero resi pubblici degli estratti inediti usati per realizzare il documentario “Diana. The Rest Of Her Story” (2024). In questi nastri mai ascoltati prima Diana raccontò della presunta delusione dell’allora erede al trono Carlo alla nascita del principe Harry. Il futuro Re avrebbe voluto una femmina e sembra che abbia esternato questo suo desiderio durante il battesimo del bambino. Non avrebbe previsto, però, la reazione della madre di Lady Diana: "Lo rimproverò, dicendogli che doveva comprendere quanto fosse fortunato ad aver avuto un figlio sano”.

Morton aveva già raccontato anche il presunto stupore di Carlo quando vide Harry appena nato: “Oddio, è un maschio. E ha i capelli rossi”, avrebbe esclamato. Tanti eventi che, messi insieme, avrebbero contribuito a rovinare il matrimonio dei principi. Pensavamo che a queste confessioni, chiamiamole così, non ci fosse altro da aggiungere, che fosse stato detto tutto e il ritratto di Lady Diana fosse completo, con le sue gioie e i suoi dolori. Potrebbe non essere così.

Il video e la registrazione audio

Il Guardian sostiene che esisterebbero una registrazione audio e dei video inediti, questi ultimi girati da Lady Diana con l’aiuto di un ex cameraman della Bbc, di cui non viene fatto il nome e che ora vivrebbe all’estero. In questi filmati e nella cassetta la principessa avrebbe raccontato non solo ulteriori dettagli relativi alla fine del suo matrimonio con Carlo, ma anche una vicenda terribile che, se fosse provata, potrebbe causare gravi danni alla reputazione della Corona: “Un cortigiano vicino a un membro senior” della royal family, ha scritto il giornale, “violentò uno dei suoi colleghi uomini”.

A quanto pare un ex collaboratore di Carlo, George Smith avrebbe “denunciato di essere stato violentato da un cortigiano senior” nel 1989, quando aveva 29 anni e “di aver visto lo stesso cortigiano durante un atto sessuale con un membro della royal family”.

Smith non avrebbe denunciato subìto il presunto stupro per paura di perdere il lavoro. Nel 1995, però, durante una visita di Carlo in Egitto, l’assalitore misterioso avrebbe tentato di molestarlo di nuovo nell’ambasciata britannica, come ha ricordato l’Independent. Carlo, venuto a conoscenza della storia di George Smith (ma, pare, non dei video né dell’audio), avrebbe richiesto l’apertura di un’indagine interna, condotta dal suo avvocato di allora Fiona Shackelton.

Impossibile sapere se questa storia corrisponda al vero e chi siano esattamente le persone coinvolte. Persino sulla sorte dei video e della registrazione audio ci sono molti misteri. A quanto pare Diana avrebbe conservato queste presunte prove di uno scandalo senza precedenti, che lei chiamava con amara ironia i suoi “gioielli della corona”, in un cofanetto di mogano. In questo elegante scrigno sarebbero state conservate anche le lettere del principe Filippo, un anello con sigillo dono dell’amante James Hewitt e una lettera di dimissioni dell’ex segretario privato di Diana, Patrick Jephson.

Presumibilmente dopo la morte della principessa sua sorella, Lady Sarah McCorquodale, avrebbe affidato il cofanetto a Paul Burrell, che era stato al servizio di Diana dal 1987 fino al 1997. Doverosa precisazione: Burrell ha ammesso di essere a conoscenza delle rivelazioni dei video e dell’audio. A proposito di quest’ultimo ha precisato: “Diana e io abbiamo condiviso il contenuto di quel nastro”. Nel 2001 Charles Spencer, fratello di Diana, denunciò l’ex maggiordomo per furto, accusandolo di essersi introdotto in casa della principessa diverse volte tra il 1997 e il 1998 per sottrarre i suoi effetti personali.

La questione finì in tribunale e la polizia perquisì la casa dell’uomo nel Cheshire, trovando 342 oggetti appartenuti a Diana, dalle foto con la famiglia alle borse di Versace e diverse cose di proprietà di Carlo e di William. Tra questi sarebbero stati rinvenuti e sequestrati anche i video. Da quel momento se ne sarebbe persa ogni traccia. Secondo le fonti sarebbero stati distrutti, poiché rappresentavano una minaccia per la monarchia britannica. Ancora più incerto, però, è il destino della cassetta audio, che secondo alcuni esisterebbe ancora, nascosta chissà dove.

“Burrell ha la registrazione”

Durante il processo un testimone disse di aver visto Burrell tirare fuori un cofanetto di mogano un mattino dopo la morte di Diana. L’oggetto sarebbe stato restituito a Lady Sarah, ma senza il suo contenuto. Non solo: il Guardian riporta che il 17 maggio 2001 ci sarebbe stato un incontro tra l’allora avvocato di Carlo, Fiona Shackleton, Lady Sarah e l’ispettore capo Maxine de Brunner, presente durante la perquisizione, per parlare della registrazione audio. In quell’occasione la Shackleton avrebbe dichiarato: “So tutto del nastro riguardante la violenza. Mi fu chiesto di farlo sparire. Fu uno dei punti più bassi nella mia carriera”.

Subito dopo Shackleton avrebbe chiesto dove si trovasse l’audiocassetta. Lady Sarah avrebbe risposto: “Ce l’ha Paul Burrell”. Ma l'uomo ha sempre negato che fosse ancora in suo possesso. In questo punto la storia diventa confusa: in che modo il nastro sarebbe tornato nelle mani dell’ex maggiordomo? Oppure, più semplicemente, lo ha sempre avuto lui, benché affermi il contrario? Per quale motivo, poi, la cassetta non sarebbe stata distrutta insieme ai video (ammesso che i filmati abbiano fatto proprio questa fine)? Che senso avrebbe lasciare una presunta prova così importante?

Soprattutto: qual è esattamente il ruolo di Paul Burrell in tutta questa storia? Nel 2002 l’uomo fu rinviato a giudizio con l’accusa di furto e a nulla valse la linea difensiva del suo avvocato, Andrew Shaw, il quale sosteneva che sarebbe stata Diana ad affidare a lui alcuni tra i suoi oggetti più cari. A sorpresa, però, arrivò un personaggio d’eccezione a scagionare l’ex maggiordomo: la regina Elisabetta, la quale fece sapere di essere stata informata del fatto che Burrell avesse in casa degli oggetti dell’ex nuora e di non aver avuto alcuna obiezione in merito.

Tutte le accuse caddero, ma rimasero i dubbi: perché Burrell non citò mai la sovrana per tentare di scagionarsi? Per quale ragione Elisabetta II non intervenne prima? Secondo la motivazione ufficiale la defunta Elisabetta temeva che una sua intromissione fosse vista come una vera e propria ingerenza politica. Perciò avrebbe esitato. Non tutti credettero a questa versione dei fatti, sospettando che la Regina avesse voluto salvare l’ex maggiordomo solo per comprare il suo silenzio, poiché questi sarebbe a conoscenza dei segreti più oscuri della Corona. Sembra che perfino William e Harry abbiano voluto incontrare Paul Burrell per parlare della cassetta e chiedergli di non divulgarne né il contenuto, né altri particolari collegati a questo mistero.

George Smith

Finora abbiamo tralasciato un tassello fondamentale di tutta questa storia, l’unico appiglio concreto: George Smith. L’uomo, hanno precisato Walesonline e il Guardian, era un ex caporale delle Welsh Guards e prima di essere assunto a corte prese parte al conflitto nelle Falkland (1982), da cui sarebbe tornato traumatizzato. La tremenda esperienza sarebbe stata la causa scatenante dei problemi con l’alcol e della depressione che avrebbero caratterizzato gran parte della sua vita. Non è da escludere, però, che in tutto ciò abbia avuto un ruolo anche il presunto stupro.

Dopo l’aggressione del 1995, infatti, Smith avrebbe avuto un crollo nervoso e sarebbe stato ricoverato alla Priory Clinic a spese del Palazzo, come riportato dall’Independent. Neppure in quell’occasione avrebbe raccontato della violenza, associando il suo stato unicamente all’esperienza vissuta in battaglia. George Smith fu al servizio di Carlo per nove anni, fino al 1997. Poi lavorò in un ospedale nel Sud del Galles e raccontò di nuovo la sua storia al Mail on Sunday nel 2002.

In questa intervista l’uomo disse anche un’altra cosa, piuttosto ambigua: dopo che Diana aveva registrato la sua storia sarebbe stato minacciato da una persona incappucciata, che gli avrebbe puntato contro una pistola dicendo: “Tieni la bocca chiusa o per te è finita”. In un’altra occasione lo stesso individuo lo avrebbe picchiato per costringerlo al silenzio. La polizia sarebbe intervenuta, controllando anche le videocamere di sorveglianza, ma dell’uomo incappucciato nessuna traccia. Nel 2003, in un altro articolo del Mail On Sunday, Smith precisò che sarebbe stato meglio se l’audio non fosse mai venuto fuori, perché “avrebbe avuto terribili conseguenze”.

Smith morì nell’agosto del 2005 per una emorragia interna. Aveva 44 anni. Non è mai riuscito a provare la sua storia. Lady Diana l’avrebbe registrata non solo affinché non andasse perduta, ma soprattutto per avere un’arma da usare contro l’ex marito, temendo che potesse portarle via i figli e la monarchia.

Con quei video e quell’audio la principessa sarebbe stata certa di poter dimostrare che la sua mente non era instabile, come qualcuno avrebbe voluto far credere e che la corte britannica non avrebbe proprio nulla della favola che aveva creduto di vivere sposando Carlo. Forse tutto quel materiale è ancora da qualche parte, una "bomba a orologeria", come lo definiscono i tabloid, contro la royal family.

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