"Mi trascino, non sento niente". La confessione di Emma Marrone

La cantante ha affidato a Instagram un lungo messaggio rivolto al padre, morto due mesi fa a causa della leucemia. Uno sfogo per raccontare il suo profondo dolore per l'assenza della figura paterna

"Mi trascino, non sento niente". La confessione di Emma Marrone

"Prima di salire sul palco e subito dopo, appena scendevo da quel palco, io ti telefonavo. 'Chicca mia, amore di papà, com'è andata? Tutto bene?'. Adesso io ti chiamo ma tu non mi rispondi". È cominciato con un ricordo il lungo messaggio che Emma Marrone ha pubblicato nelle storie della sua pagina Instagram per raccontare il dolore che da mesi si porta dentro. Dal giorno della morte del padre, scomparso a inizio settembre a causa della leucemia.

La cantante salentina non ha superato il lutto che l'ha colpita di recente e ha condiviso il suo tormento con i follower, pubblicando una lunga lettera idealmente indirizzata al padre, Rosario. "Io su quel palco però ci salgo lo stesso, ma non è più lo stesso. Niente è più come prima senza di te", si è sfogata Emma travolta da emozioni contrastanti dopo l'esibizione al fianco di Elisa a Milano. La Marrone è stata ospite della cantante friulana nel concerto al teatro degli Arcimboldi e sul palco ha duettato con Elisa sulle note di "L'anima vola".

Una versione riarrangiata e intensa, che ha scatenato una serie di emozioni contrastanti in Emma che, scesa dal palco, ha scritto una lettera al padre e l'ha pubblicata su Instagram: "Mi trascino nelle cose, le gambe sono stanche come l'anima, trema tutto, anche la voce trema perché vorrei urlare il tuo nome che va giù nella gola insieme alle lacrime". Parole cariche di sconforto e tristezza, quelle scritte dall'artista, che ha ricordato quanto il padre Rosario fosse un pilastro della sua vita: "Eri la mia ancora e il mio porto sicuro. La misura giusta di tutte le cose. Eri semplicemente papà e io ero la figlia del suo papà. Che fatica essere me senza di te. Che fatica ricominciare da capo senza il capitano. La nave adesso è solo nelle mie mani".

Attraverso la metafora della nave che ha perso il suo capitano, Emma ha esternato tutto il suo dolore, cercando di trovare una nuova rotta per superare la tempesta emotiva: "Ma ricordo perfettamente la rosa dei venti che ti eri tatuato sul braccio. So dove punta il nord. E se il motore non parte ho le braccia forti per remare. Eravamo due di due come nel romanzo di Andrea De Carlo. Ora non so cosa cazzo sono papà. La verità è questa. Canto per istinto. Per sopravvivere. Canto solo per te.

Perché adesso io non sento più niente. Niente papà. Sento solo te". Rimanere ferma, però, è impossibile. Il docu-film "Sbagliata ascendente Leone" e il nuovo album in lavorazione sono il suo motore, in attesa che il dolore diventi più sopportabile.

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