"Niente appello". Harry perde definitivamente la battaglia per la scorta

Il principe Harry non avrà più diritto alla sicurezza per i viaggi nel Regno Unito e non potrà fare appello per cambiare questa decisione

"Niente appello". Harry perde definitivamente la battaglia per la scorta
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Per il principe Harry è arrivata una sconfitta cocente: non solo lo scorso febbraio ha perso definitivamente la scorta pagata dai contribuenti inglesi, ora gli è stato negato anche il diritto di ricorrere in appello. Se vorrà un servizio di sicurezza per i prossimi viaggi nel Regno Unito dovrà pagarselo da solo.

Le regole valgono per tutti

Alla fine del febbraio 2024, dopo aver esaminato il ricorso presentato dal duca a dicembre 2023, il giudice dell’Alta Corte, Sir Peter Lane, ha stabilito che la decisione di privare Harry della scorta dopo la Megxit non è illegittima, bensì “giuridicamente valida”. Il duca e la duchessa di Sussex hanno scelto di vivere negli Stati Uniti e abbandonare i loro ruoli istituzionali. “La posizione [di Harry] è significativamente cambiata”, ha sottolineato il Ministero dell’Interno, portato in tribunale dal principe.

Di conseguenza non può più pretendere di godere dei diritti derivanti dalla posizione a cui ha volontariamente rinunciato tra cui, appunto, la prerogativa della scorta pagata dai contribuenti britannici. Se e quando Harry e Meghan torneranno nel Regno Unito dovranno pagare di tasca propria il servizio di sicurezza. Il giudice dell’Alta Corte ha respinto anche l’affermazione della difesa di Harry, secondo cui “la protezione privata non è efficace”. Ora è arrivato il colpo di grazia, come riportato dal New York Post: non soltanto il principe non riavrà la scorta, ma non potrà neppure ricorrere in appello all’Alta Corte di Londra. Per il giudice il caso è chiuso.

Harry dovrà pagare le spese legali

Il duca di Sussex è stato anche condannato a pagare le spese legali. Tuttavia durante il procedimento, ha poi spiegato il giudice, vi sarebbero state delle “violazioni” da parte del governo che potrebbero essere “sanzionabili”. “Le violazioni derivano da malintesi da parte dell’accusato…quindi è giusto che vi sia una modesta ma significativa riduzione nella condanna alle spese a carico del convenuto”, ha dichiarato Sir Peter Lane. Questa riduzione dovrebbe essere del 10% circa. Perciò Harry non dovrebbe pagare l’intera somma delle spese legali sostenute dall’Home Office, bensì il 90%.

Il principe ha perso su tutta la linea. Non è servita a nulla la sua difesa, che si basava sui rischi per la sua incolumità e per quella della sua famiglia in caso di viaggi nel regno senza la scorta destinata ai reali britannici. L’Alta Corte di Londra, però, avrebbe semplicemente applicato la Legge. Se guardiamo la faccenda da un’altra prospettiva il ragionamento è ancora più lineare: se la scorta non fosse stata revocata i contribuenti britannici avrebbero dovuto continuare a pagarla per un principe che è membro della royal family, ma ha deciso di non fare ufficialmente più parte dell’istituzione, di non partecipare al servizio alla Corona (senza contare che in numerose interviste e nel libro “Spare” Harry avrebbe esternato un certo disprezzo per la sua vita a corte, ma diciamo che questo è, relativamente, un altro discorso).

Un principe che vive dall’altra parte del mondo e che, almeno in teoria, avrebbe potuto chiedere in qualunque momento che gli inglesi pagassero la sua security anche nei periodi trascorsi negli Usa. Secondo il Ravec (Executive Committee for the Protection of Royalty and Public Figures, cioè l’ente preposto alla protezione dei reali e delle figure pubbliche) a Harry spetterebbe, invece, “un livello differente di protezione” dato questo suo cambiamento di “status”.

Del resto nel 2020, ai tempi della Megxit, la regina Elisabetta avrebbe avvertito il nipote che non si può essere royal a metà, perché questo comporterebbe anche dei problemi organizzativi piuttosto seccanti.

La scorta è uno di questi. L’unica cosa che il duca potrebbe ancora fare è rivolgersi direttamente alla Corte d’Appello. Ancora non è chiaro se Harry opterà per questo ulteriore passo, ma le premesse non sembrano proprio delle migliori.

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