"Non fa abbastanza per le donne". Rose Villain cerca consensi e attacca (ancora) la Meloni

A pochi giorni dall'inizio di Sanremo 2025 la cantante milanese torna alla carica contro la presidente del Consiglio: "Non è il mio modello"

"Non fa abbastanza per le donne". Rose Villain cerca consensi e attacca (ancora) la Meloni
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Mancano pochi giorni all'inizio del Festival di Sanremo, fioccano le interviste ai protagonisti dell'Ariston e non mancano le polemiche. Rose Villain, all’anagrafe Rosa Luini, non si è risparmiata, anzi. Già protagonista della kermesse canora un anno fa con "Click Boom!", l'artista meneghina è reduce da un anno soddisfacente e ha deciso di ripresentarsi al Festival con il brano "Fuorilegge". Dopo aver attaccato frontalmente Donald Trump e Giorgia Meloni, la trentaseienne è tornata a scagliarsi contro il primo ministro e la sua presunta scarsa considerazione per i diritti delle donne.

In un'intervista rilasciata ai microfoni di Repubblica, la cantante dai look audaci non utilizza troppi giri di parole: “Penso che le donne in una posizione di comando in politica possano fare molto, figuriamoci. Ma credo che potevano esserci tanti uomini che avrebbero lottato per le donne e i diritti umani molto più di lei. No, non è il mio modello. Insomma, la Meloni farebbe poco per le donne. Ma non si sa in base a quali parametri. Rose Villain non ha detto molto di più. Anche perché si era già espressa parecchio prima.

Sì, perchè interpellata dalla Stampa aveva già parlato così della Meloni: "Non è che con lei vada benissimo. Sento molto scontento fra i miei coetanei e sono una donna che tiene tantissimo ai diritti umani; con questo governo non mi sento tutelata". Insomma, il ritornello è sempre lo stesso. Forse Rose Villain ha compreso che attaccare la Meloni e il suo governo porta dei vantaggi, anche perchè l'affondo al primo ministro è arrivato su due giornali piuttosto schierati a sinistra. Per non lasciare nulla al caso, la giovane - che ha vissuto tra Milano e New York - ha speso parole dure anche per Trump: "Oggi non c'è nulla da festeggiare, ma al contrario faccio fatica ad immaginare, semmai diventerò mamma, come si possa crescere un figlio in quella società.

Quattordici anni di vita vissuti a New York non sono passati invano. Tutt’ora ho casa e vivo lì buona parte dell’anno. Ho già sofferto la prima amministrazione Trump ma, questa volta, ho l’impressione che sia molto peggio".

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