I punti chiave
Non conosciamo la natura del cancro di Re Carlo III, né quanto la malattia abbia avuto modo di svilupparsi finora, ma evidentemente la questione è seria: le implicazioni non sono solo private e familiari, ma anche politiche. Per il momento, dicono i tabloid, Sua Maestà avrebbe escluso l’ipotesi della reggenza formale, fermamente convinto di voler e di poter portare avanti la maggior parte dei suoi impegni istituzionali. Categoricamente depennata è la possibilità di abdicazione: la ferita inferta al regno da Edoardo VIII, con le sue dimissioni del 1936, è ancora aperta. Qualcosa che i Windsor non vogliono ricordare e tantomeno ripetere. Sembra certo, però, che Carlo non potrà rispettare in maniera puntuale tutti i suoi doveri, soprattutto quelli pubblici. Per questo il Palazzo avrebbe pensato a un escamotage, una specie di via di mezzo: una “reggenza soft” e ufficiosa di William.
“L’opzione nucleare”
Se Re Carlo III non potrà presenziare a un evento a causa della malattia, saranno i suoi familiari a sostituirlo, come da regola e da tradizione. Già adesso la regina Camilla, il principe William e la principessa Anna si stanno facendo carico di alcuni appuntamenti pubblici. Tutto, però, sta avvenendo in maniera ufficiosa: Carlo III non ha convocato i Consiglieri di Stato (ovvero la sovrana, William, Anna, il principe Edoardo e la principessa Beatrice, cioè i reali in servizio), né è stata proclamata la reggenza ufficiale. Possibilità, quest’ultima, definita “l’opzione nucleare” dai tabloid, poiché la conseguenza principale è una sorta di implosione del potere del Re, la perdita di un equilibrio nazionale che il reggente deve essere in grado di ristabilire.
Carlo III vorrebbe evitare con tutte le sue forze di arrivare fino a questo punto. In quel caso, infatti, un consiglio presieduto dalla regina Camilla, dal Lord Cancelliere, dallo speaker della Camera e dai due più importanti giudici del Regno dovrebbe pronunciarsi sull’incapacità fisica e/o mentale del Re di governare. Un punto di non ritorno che renderebbe William monarca di fatto, oltre che reggente ufficiale. Qualcosa che speriamo non accada. Per ora il problema non esiste: stando agli esperti continuerà il suo lavoro e dovrebbero avvenire regolarmente anche gli incontri settimanali con il Primo Ministro Rishi Sunak.
Tuttavia è possibile che in alcuni frangenti la malattia possa impedire al Re di far fronte a tutti gli impegni in agenda. Per questo Buckingham Palace, che non può tralasciare nessuna eventualità, avrebbe preso in considerazione l’opzione di una “reggenza soft”, cioè il passaggio non ufficiale di alcuni poteri minori, chiamiamoli così, al principe William.
“Reggenza soft” senza “valigetta rossa”
La “reggenza soft” comporterebbe una divisione dei poteri e delle mansioni tra Sua Maestà, William in particolare e anche i membri della royal family. “Dal punto di vista costituzionale ci sono poche cose che solo il monarca può fare”, ha dichiarato a INews l’esperto in materia Robert Hazell, professore alla University College London. “Ma c’è un ampio raggio di doveri e attività che possono essere svolte dagli altri senior royals per ridurre la pressione sul Re, ciò che effettivamente accadrà ora. Siamo abituati a vedere le sostituzioni dei reali nelle apparizioni pubbliche, l’apertura di scuole oppure ospedali. Ma ci sono molti altri doveri in cui i [reali] possono intervenire, come cerimonie d’investitura, udienze con ambasciatori stranieri o ambasciatori britannici…”.
Il principe di Galles si occuperebbe, per esempio, delle udienze con gli ambasciatori, mentre il sovrano continuerebbe a svolgere le funzioni principali come le riunioni del Consiglio Privato, i già citati incontri con il premier e la promulgazione delle leggi. Potrebbe lavorare anche da remoto, collegandosi attraverso Zoom o Skype, proprio come faceva la regina Elisabetta. Attuare la “reggenza soft” non sarebbe neanche complicato, dato il suo carattere informale: non ci sarebbe bisogno di fare appello al Regency Act, il documento aggiornato al 2022 che prevede la convocazione dei Consiglieri di Stato, incaricati di sostituire il Re non in grado di governare.
A questo punto qualcuno potrebbe chiedersi se questo escamotage non sia poi tanto diverso da quanto sta già avvenendo. In realtà la differenza sta nella suddivisione più netta e puntuale delle funzioni. Non si tratta di una situazione inedita: il precedente, infatti, risale al 2022, quando Carlo sostituì la regina Elisabetta in molte occasioni pubbliche. All’allora principe di Galles venne concesso anche di visionare i documenti di Stato contenuti nella Red Box, cioè la valigetta rossa che viene consegnata ai monarchi ogni giorno del loro regno.
Un privilegio che Carlo non vorrebbe concedere a William. Va detto, però, che Sua Maestà è perfettamente in grado di esaminare e firmare le carte, quindi è naturale che voglia tenere per sé questo compito di grande responsabilità.
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