Nella mente di Harry: J.R. Moehringer, molto più di un ghostwriter

J.R. Moehringer è stato indicato come il vero autore del memoir di Harry, “Spare. Il Minore”, ma chiamarlo ghostwriter è riduttivo

Nella mente di Harry: J.R. Moehringer, molto più di un ghostwriter

J.R. Moehringer è la persona che ha aiutato il principe Harry a scrivere le sue memorie, ovvero a organizzare e mettere su carta i suoi pensieri. Un lavoro importante, che solo un professionista può fare. Sui giornali italiani e internazionali l’autore è stato definito un “ghostwriter”, ma il termine può essere adeguato solo in parte. Moehringer ha una lunga carriera alle spalle ed era, forse, la scelta più giusta per un libro autobiografico che si preannunciava un bestseller già in fase di scrittura.

Il ghostwriter di Harry?

Un ghostwriter, di solito, è una persona la cui identità rimane segreta (per contratto), in modo da far brillare esclusivamente quella dell’autore ufficiale di un libro. Sembra un ragionamento strano, perché i termini “scrittore” e “autore” sono usati come sinonimi, ma non in questo frangente. Dobbiamo distinguere tra idea e lavoro con la penna in mano o di fronte a un computer. Quando c’è un ghostwriter la figura dello scrittore, nel senso di persona che materialmente scrive il libro e quella dell’autore, inteso come persona (o personaggio) che offre lo spunto e firma l’opera, non coincidono. Di solito sono la stessa persona (esempio: Edgar Allan Poe inventava, scriveva e firmava le sue opere). In caso contrario lo scrittore (di tutto il libro o di una o più parti) è il ghostwriter.

Parlando di “Spare. Il Minore”, il nome del principe Harry è sulla copertina del memoir, lui è l’autore (che garantisce le vendite), suoi sono i ricordi narrati, la storia, diciamo così. J.R. Moehringer è lo scrittore, cioè l’uomo che ha fatto il lavoro di scrittura delle bozze, di ricerca e selezione tra gli aneddoti raccontati dal duca. “L’artigiano” che ha plasmato il libro. Tralasciamo le questioni dei diritti d’autore, le implicazioni morali sulla segretezza del ghostwriter, questioni piuttosto lunghe e difficili.

Nel caso del principe Harry conosciamo molto bene l’identità del suo ghostwriter, il giornalista e scrittore J.R. Moehringer: per La Stampa è un “fuoriclasse delle biografie”. Page Six sostiene abbia preso un milione di dollari di anticipo sulle vendite del memoir del duca di Sussex. Parliamo di un artista della parola. Ha collaborato al libro di Andre Agassi, “Open” (2009), riuscendo nell’impresa di far leggere un libro sul tennis a persone che non hanno mai preso in mano una racchetta (per scriverlo si è servito della registrazione di 250 ore di conversazioni).

Ha narrato la vita del cofondatore della Nike, Phil Knight, con l’opera “Shoe Dog”(2016). Ha conquistato il Premio Pulitzer nel 2000 con il lungometraggio “Crossing Over”, dedicato a una comunità dell’Alabama in cui vivono discendenti degli schiavi. Non poteva mancare la sua autobiografia “Il Bar delle Grandi Speranze” (2005), che ha ispirato il film con Ben Affleck “The Tender Bar" (diretto da George Clooney nel 2021). Moehringer è cresciuto a Lond Island, ha 58 anni e con il libro di Harry c’è da scommettere che la sua carriera, già sfavillante, diventerà inarrestabile.

Nella mente di Harry

La Stampa scrive: “Se questa biografia è già un caso…lo si deve a Moehringer…Il gossip passerà…rimarrà il lavoro che…ha fatto nella testa del principino…perché racconta e indaga l’essere umano, la sua natura contraddittoria…Questo è il salto dal gossip alla letteratura”. J.R. Moehringer ha fatto molto più che scrivere una storia: ha tirato fuori il bene e il male di Harry, intraprendendo una vera e propria analisi psicologica (cosa già fatta quando ha scritto le memorie di Andre Agassi. Il Premio Pulitzer ha rivelato che, per entrare nella mente del campione, ha letto anche libri di Freud e Jung).

Ha trasformato una serie di ricordi in un romanzo avvincente con le sembianze di un’autobiografia. Gli elementi c’erano tutti: la natura piena di contrasti della monarchia, una guerra tra fratelli, le rivalità familiari, il presunto odio al femminile tra Kate e Meghan, la figura della nonna matriarca, il rapporto controverso con la figura paterna (tra l’altro Moehringer è cresciuto senza padre, chissà se, in qualche modo, si è ritrovato nei racconti di Harry.

Nella sua autobiografia, “Il Bar delle Grandi Speranze”, ha rivelato: “Mi sedevo sul marciapiede con una radio a transistor e cercavo di trovare la voce di mio padre girando con lentezza straziante la manopola”).

“Spare. Il Minore” è di certo l’opera di un ottimo scrittore, J.R. Moehringer. Quanto alla veridicità delle affermazioni contenute nel libro e alla credibilità del principe Harry, questo, forse, è lavoro per gli storici.

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