
Leopoldo Mastelloni fa ottant'anni a luglio. È stato un attore importante, estroso, controcorrente nel mondo del teatro e della televisione. È stato anche un cantante e un musicista. Un po' barone, un po' duca. Oggi è solo, triste, persino un po' disperato, a volte accarezza l'idea del suicidio, ma poi cambia subito idea. Però non chiede compassione e resta polemico, come è sempre stato.
Lei non si lamenta?
«Non sono lamentoso. Racconto le cose come sono. Racconto anche la mia vita»
Cosa è successo? Lei è un esponente prestigioso del mondo artistico
«Non esiste più il mondo artistico. Tutto quello che è al di fuori della pizza margherita non ha più nessun peso».
Non funziona la nostra società?
«No. La nostra società si fonda sull'idea di assistenza sociale. Questa assistenza sulla carta esiste, però non viene applicata. Trionfa l'indifferenza sociale. Non viene presa in considerazione la vita di chi vuole proseguire la vita. Cioè: o muori il giorno della pensione o non esisti più».
Neanche per un intellettuale?
«Non esiste per gli anziani la possibilità di proseguire un mestiere anomalo com'è il mestiere del pensiero: il giornalista, l'attore, il cantante, il poeta, lo scrittore, il filosofo».
Lei sente su se stesso l'indifferenza sociale?
«Sì. Fortissima. Ogni tanto mi chiedono di dire in tv le mie opinioni. Che vengono prese come il peperoncino su una pietanza».
Non la prendono sul serio?
«No. Mi usano come folklore. Questa cosa mi distrugge. Io prima facevo l'attore e l'autore, e la cosa mi ha sempre inorgoglito. Adesso è come se fossi un fantasma. Accetto di fare l'ospite solo per dire: non sono ancora morto».
Si è sentito abbandonato?
«Sì. Totalmente da ogni tipo di socialità pensante».
Ci sono anche difficoltà economiche?
«Sì, molto forti».
Non ha la pensione?
«La mia pensione? 1200 euro al mese. Togli il quinto per i debiti, restano meno di 1000 euro al mese. Ci devo pagare affitto e bollette: cosa avanza? Ho fatto richiesta per il sostegno della legge Bacchelli: respinta. Non sono riconosciuto come attore di chiara fama».
Come si sopravvive?
«Non si sopravvive. Come dopo la guerra: io mi arrangio».
Nella sua carriera non aveva guadagnato molto?
«No. Ho sempre investito tutto nel teatro. Frequentavo i migliori attori d'Italia, e i registi, e ho fatto anche il giornalista, perché io so scrivere molto bene. Ma soldi pochi».
Una sua giornata tipo?
«La noia. Vedo un po' di tv, Retequattro, perché si parla ancora italiano e si usano i congiuntivi».
Cosa vede nel futuro?
«Il buio».
Cosa pensa?
«Penso alla morte».
Alla morte o al suicidio?
«Beh, se mi portano un bicchiere d'acqua che lo bevo e finisce tutto lì, sì mi piacerebbe morire così. Però sono vigliacco. L'idea di uccidermi mi viene, ma poi il mio cattolicesimo è di fondo. E non vorrei dare fastidio alle mie sorelle, a Carlo».
Con Carlo, suo fratello, che è stato un magistrato molto importante e anche celebre ai tempi del terrorismo, che rapporti avete?
«Indipendenti. Grande stima reciproca. Ma da lontano».
La sua famiglia la aiuta?
«Sono sempre stato io ad aiutare loro».
I suoi amici?
«I tre quarti dei miei amici sono morti. Fellini, Mastroianni, Bice Valori, Suso D'Amico».
Si è sentito tradito dal suo mondo?
«Dal mio mondo no: si è estinto, non può tradire».
Lei ha degli imitatori?
«C'è stato un cantante che a Sanremo è arrivato secondo. Era truccato esattamente come mi truccavo io. Nessuno ha detto: è come Mastelloni. Era tale e quale, anche se io sono più bello».
Renato Zero?
«È la conseguenza di Mastelloni. Un Mastelloni vulgaris».
Lei ha tradotto le canzoni di Edith Piaf in napoletano?
«Sì. Ne vado fiero».
Si sente triste?
«Sì. Però non voglio sembrare patetico».
È depresso?
«Dopo la pandemia depressione totale. Non rispondevo al telefono, mi alzavo, facevo la doccia e tornavo a letto. Le racconto una cosa, l'ultima intervista che ho fatto a Vittorio Gassman. Era in depressione. Era talmente solo che ha trovato in me uno sfogo, ha capito che potevo vederlo come Gassman e non come un disgraziato. Ecco, per me è lo stesso. Sono in depressione ma resto Mastelloni».
Lei ha fatto molte cose nella vita.
«Io ho fatto tanto nella vita. Mi sono battuto. Nel teatro, nella Tv. Per le mie battaglie non sono diventato ricco. Oggi se facciamo una cosa in Tv io e uno del Grande Fratello, è lui il numero 1 e io sono in secondo piano».
Si parla di un suo litigio con Mara Venier. Cosa c'è di vero?
«Mara la conoscevo da ragazzina, era stata mia amica. Le chiesero qualcosa su di me e lei disse che mi conosceva appena».
Le dispiacque?
«Sì. Ma non mi adiro. Io per amicizia do tutto, ma non pretendo mai il ritorno».
Lei è ancora noto
«Vado al bar da Canova, a Piazza del Popolo. Tutti quelli che passano mi salutano e mi chiedono foto».
Con Giletti ha ancora buoni rapporti?
«Mi ha aiutato molto. Mi ha dato una chance quando ero in grande difficoltà».
Oggi vive la disperazione?
«La disperazione di chi pensa in un mondo dove tutti cercano di non pensare».
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