La parabola social di Chiara Ferragni, al di là dei numeri sempre sorprendenti dei suoi business, sembra aver superato il suo picco massimo ed essere entrata nella fase discendente. Una discesa forse impercettibile per un occhio non attento ma ben evidente per chi conosce il meccanismo dei social e sa che tra azione e reazione spesso passa del tempo e che non c'è un riflesso immediato. Il punto di rottura sembra essere rappresentato dal festival di Sanremo, in cui l'influencer era l'ospite d'onore della kermesse e invece, oltre a deludere gran parte del pubblico, si è resa responsabile in concorso di una serie di violazioni sulla pubblicità occulta, che oltre ad aver configurato un presunto danno erariale hanno portato alla multa di oltre 170mila euro per la Rai da parte dell'Agcom. Per non parlare delle indagini sulle iniziative benefiche opache, della replica alla undicenne e per tutte le volte in cui negli ultimi mesi è stata messa sotto attacco.
Sotto i suoi post, ormai, non si contano più i detrattori che la attaccano per ogni suo intervento. A onor del vero c'è da dire che in molti casi si tratta di commenti pretestuosi e poco circostanziati. Ma in parte la responsabilità è anche della stessa Ferragni, che sembra aver intrapreso la china di Giorgia Soleri, e non è un complimento. Ogni tre per due deve fare un post o dare una risposta stucchevole, permeata di buonismo o di finto attivismo da quattro soldi, anche se risulta ormai poco credibile e poco collegata alla realtà. In queste ore, l'influencer si trova a Parigi con i figli per un weekend a Disneyland, ovviamente gratis, come indica l'indicazione "supplied" nei suoi contenuti. Come se l'influencer avesse bisogno di ricevere l'ennesimo soggiorno tutto pagato per sé, la sua famiglia, le tate, l'entourage, ecc. Ma vabbè, i commenti su questo sono ovvi e la rabbia di chi ammette di dover deludere i propri figli che vorrebbero andarci, perché non se lo possono permettere, per poi vedere che a lei viene regalato, in parte è anche comprensibile.
Ma su questo non replica, la nostra, perché non trova nessuna risposta da attivista che la possa posizionare tra le brave e belle. Non ha però esitato a rispondere a chi le ha fatto notare che da parte sua c'è una eccessiva esibizione della magrezza. "Chiara perché continui a sponsorizzare questo accumulo di ossa? L'anoressia si portava 10 anni fa", si legge in un commento. L'influencer ha ragione quando dice che "l'anoressia è una grave malattia e usarla come presa in giro mi sembra a dir poco maleducato". Ma parlare di bodypositive e di accettazione di sé quando si fa continua mostra di un modello irraggiungibile per molti, è ipocrita.
Certo, anche l'eccessiva magrezza può rappresentare un disagio per molte persone, ma forse non lo è per chi realizza le sue linee di abbigliamento per taglie fino alla 44. E non per tutti i capi, molti dei quali si fermano alla 42.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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