"Non abdicherà". Perché ora i sudditi sperano per la salute di re Carlo

Questo non sarebbe, come sostengono alcuni, il periodo più brutto attraversato dalla royal family: Carlo si sentirebbe meglio e non avrebbe alcuna intenzione di cedere il trono a William

"Non abdicherà". Perché ora i sudditi sperano per la salute di re Carlo
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Da mesi i media di tutto il mondo si chiedono quali siano le condizioni di salute di Re Carlo III, se le cure stiano dando effetti positivi. Diverse indiscrezioni prevedevano una imminente abdicazione di Sua Maestà, dovuta a una situazione complicata, forse in via di peggioramento. Invece, non appena ha ottenuto il via libera del suo team medico, il sovrano è tornato agli impegni ufficiali, rassicurando gli animi. Ora il biografo reale Robert Hardman smentisce tutto il gossip circolato sulla malattia del Re, garantendo che non ci sarà alcuna abdicazione e che nessuno starebbe neanche lontanamente pensando di “prepararsi al peggio”.

“Carlo sta meglio”

In un’intervista a La Repubblica il biografo reale Robert Hardman ci ha dato molte notizie positive su Carlo III, proprio quelle che stavamo aspettando da tempo: “[Il Re] sta meglio. Non sappiamo dettagli del suo tumore. Ma ha 75 anni e pare sulla buona strada. Mi dicono che stia migliorando, decisamente”. Le terapie a cui si sta sottoponendo Sua Maestà starebbero dando gli esiti sperati: “Nessuno al Palazzo si sta preparando al peggio, né per quest’anno, né per l’anno prossimo. Non c’è una vera cura per il cancro: devi fermarlo. E al momento mi dicono che si sia fermato”.

Sulla correttezza della frase di Hardaman, secondo cui “non c’è una vera cura” per il tumore potremmo discutere, anche perché molto dipende anche dall’origine e dalla fase della malattia. Comunque l’esperto reale ritiene che l’abdicazione non sarebbe tra le opzioni contemplate: “Non credo ciò accadrà alla nostra monarchia. Perché William non vuole salire al trono così”.“ Il Re, infatti, sarebbe perfettamente in grado di svolgere il suo dovere e, d’altra parte, il principe William non vorrebbe neppure prendere in considerazione l’idea che il suo regno possa iniziare con la rinuncia del padre, perché vorrebbe dire che il suo stato di salute è gravemente compromesso.

“Carlo può comunque continuare a lavorare durante la malattia, come ha fatto sua madre”, ha rassicurato l’esperto. “E poi, anche in casi estremi, ci sono altre soluzioni temporanee, come i cosiddetti Consiglieri di Stato. La monarchia snella è stata una necessità: il mondo è cambiato. E Harry, Meghan e Andrea si sono autoesclusi”.

Con Harry non tutto è perduto

A proposito dei duchi di Sussex Hardman ha dichiarato: “Hanno fatto una scelta che non mi pare stia portando frutti. Le accuse di razzismo alla famiglia, per esempio, erano…basate sul sentito dire. Mi sembra che siano davvero mal consigliati”. Il biografo ha anche rivelato un’indiscrezione molto interessante: “Ora dovrebbe uscire un nuovo libro di Harry dopo Spare”. Vedremo se i toni di questa presunta, secondo opera, saranno più concilianti nei confronti della royal family.

Secondo Hardman non tutto sarebbe perduto per quel che concerne il rapporto tra Harry, Meghan e i Windsor: “Mi pare di capire che una riconciliazione sia possibile. Il punto è che Harry ha spifferato fatti privati di famiglia e quindi nessuno ha più fiducia in lui. Ma se Harry venisse a Londra in privato…per ricucire, senza farsi pubblicità come due settimane fa, allora le cose potrebbero davvero cambiare”.

L’opinione di Robert Hardman sul futuro della Corona britannica sembra piuttosto ottimista. Inoltre il biografo punterebbe molto sul carattere e sul senso del dovere di Carlo III: “È un internazionalista, più della madre Elisabetta II. Deve tenere insieme il Commonwealth e vuole contribuire a ricucire i rapporti con l’Europa post Brexit, non a caso il primo viaggio all’estero della sua reggenza doveva essere in Francia. Lo turba il non poter viaggiare ed essere sempre tra la folla”.

Eppure, nonostante i problemi di salute di Carlo e di Kate Middleton, questo non sarebbe

il periodo più nero affrontato della monarchia britannica: “Chi lo ha vissuto sa che il 1997, quando è morta Diana, è stato peggiore. Perché la monarchia britannica non è mai stata in discussione come allora”.

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