Esaurita l'euforia accesa ieri dai segnali provenienti dal G20 di Londra, Piazza Affari archivia una seduta poco mossa: il Mibtel ha chiuso con un rialzo dello 0,07%, un po' più tonico l'S&P/Mib (+0,53%). A spegnere il rimbalzo sono stati sia l'andamento incerto di Wall Street sia i dati macroeconomici americani. L'indice Ism dei servizi è calato oltre le attese e gli Usa hanno perso 663mila lavoratori, leggermente peggio delle previsioni. Ma a preoccupare gli operatori è stata soprattutto la revisione al ribasso del dato di gennaio, con il numero di posti di lavoro persi portato a 741mila (da -655mila).
Tra le blue chip, la prima posizione è di Prysmian (+8,2%), spinta da una nuova commessa da 20 milioni di euro in Russia per la realizzazione di una rete elettrica ad alta tensione a San Pietroburgo.
Prosegue anche lo scatto di Unicredit (+7,4%), nel giorno del vertice delle fondazioni azioniste che hanno deciso di presentare una lista unica di maggioranza per il rinnovo del consiglio di amministrazione, ricucendo così lo strappo con Cariverona. Sempre nel mondo del credito bene anche Ubi banca (+2,9%), Intesa Sanpaolo (+1,6%) e Mediobanca (+1,2%), mentre ha perso terreno la Banca Popolare di Milano (meno 2,1%) nel giorno in cui soci dipendenti potrebbero gettare le basi per la nomina del nuovo presidente al posto di Roberto Mazzotta.
Forti gli acquisti su Pirelli (+5,5%), in linea con l'andamento del settore automotive in Europa, promosso dal Credit Suisse.
Tra le altre società, in evidenza Indesit (+16,8%) e Gemina (+11,6%) sull'ipotesi di un possibile ingresso di Changi Airport nel capitale della finanziaria che controlla Aeroporti di Roma.
Nel resto d'Europa prevalgono i realizzi: Londra ha ceduto il 2,3% e Parigi l'1,1%, ancora peggio Zurigo (-2,6%).
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