"Pierino mi ha dato tutto Ma senza l'amore..."

L'attore Alvaro Vitali: "Non mi affidavano più altri ruoli e sono caduto in depressione. Mi ha salvato mia moglie"

"Pierino mi ha dato tutto Ma senza l'amore..."
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Lui non è solo Pierino, è Alvaro Vitali. Attore da più di mezzo secolo e Leone d'Oro alla Carriera. Ha 75 anni ma non ne vuole sapere di andare in pensione, ha ancora molta voglia di fare cinema e siccome molti produttori non gli hanno versato i contributi, oggi, se non lavorasse, vivrebbe con pochi euro al mese.

Alvaro, partiamo dall'inizio. Mi racconta come è stata la sua infanzia?

«Quando sono nato la guerra era finita da pochi anni. A casa mia c'era molta miseria: eravamo quattro fratelli. Sono nato settimino, minuto».

Quando entra il cinema nella sua vita?

«Un giorno stavo nel negozio dell'elettricista dove lavoravo, arrivò un mio amico che aveva un impiego nel cinema e mi disse: Alvà, Federico Fellini sta cercando un ragazzetto minutino, piccoletto, un po' come te, per una parte in un film. Ci vieni a fare il provino?».

E lei si emozionò al nome di Fellini?

«No. Niente. Non sapevo proprio chi fosse. Però dissi di sì e andai».

E dov'era questo provino?

«Cinecittà, studio cinque. Era pieno di gente, tutti a provà, gente strana, alti, bassi, circensi, mister, c'era di tutto».

E come andò?

«Aspetta, aspetta, mi ero messo in un angoletto con un ragazzetto di Napoli, piccoletto anche lui. Alle sette di sera esce il capogruppo e chiede: Siete entrati tutti? Io dissi: Noi due no. Okay, dai, entrate».

E dentro che successe?

«C'era tanta luce, una grande scala, e poi vidi questo signore, ma io vedevo solo un cappello e una sciarpetta. E chiese: Chi sa fare il verso del merlo?. Io, capirai, ero specialista: mi misi a fare il verso e non la finivo più. E allora sciarpetta si mise a ridere e disse: Prendete lui che l'altro ancora aspetta il merlo».

E poi altri film con Fellini...

«Come no: quattro film. L'ultimo Amarcord. Eravamo diventati amici. Lo chiamavo Federico. Si divertiva con me. Raccontavo barzellette, lo facevo ridere. Quando andava a cena spesso mi mandava la macchina a prendere...».

Come è stato il passaggio da Fellini al cinema anni '80?

«Un altro colpo di fortuna. Era, credo, il 1974, avevo 24 anni ed ebbi una particina nel film La poliziotta, di Steno. C'era una scena nella quale dovevo sparare e io inizio a sparare a caso colpendo tutto meno che l'obiettivo. Un giorno al cinema c'era Luciano Martino, produttore. E quando arrivò la mia scena il cinema scoppiò dalle risate. E così Martino mi segnalò alla Medusa. E iniziò la mia seconda carriera».

E quando diventò Pierino?

«La Medusa doveva fare l'ultimo film dell'anno e non c'era un'idea. Allora fu il regista Marino Girolami a suggerirla. Disse: Tutti usano il personaggio di Pierino ma nessuno lo ha mai rappresentato. Facciamo un film su Pierino. E usiamo l'attore più adatto: Alvaro Vitali. Nasce così».

Primo film: Pierino contro tutti.

«Beh, guarda, non ci credeva nessuno. Alla fine stavamo quasi per lasciarlo a metà. Poi la Medusa decise di finirlo. Tanto così, per non buttare la pellicola. Un giorno stavo in sala di doppiaggio per un altro film, a un certo punto entrano Martino, il regista, tutti i dirigenti della Medusa, si accendono tutte le luci e parte un applauso fragoroso. Chiedo: Che è successo? Dicono: Pierino è uscito in sala a Ravenna e c'è la fila fuori, la gente non riesce ad entrare».

Il successo di Pierino l'ha aiutata o penalizzata?

«Beh, per Pierino una soddisfazione pazzesca. Mi conoscono pure in Australia».

Però...

«Però nessuno mi dava più altri ruoli. Ero troppo riconoscibile come Pierino».

Poi c'è stata la crisi?

«Sì: dieci anni fermo...».

Come sono stati?

«Durissimi. Ho fatto un po' di teatro. Ma io amo il cinema, non il teatro. Sa come mi diceva Fellini?».

Come le diceva?

«A te nelle vene non ti scorre il sangue, scorre la pellicola».

Mi racconta come sono stati quegli anni in cui nessuno la chiamava?

«Sono caduto in una profonda depressione. Non volevo vedere nessuno, non volevo sentire nessuno. Stavo chiuso a casa. Non rispondevo al telefono. Sono stati anni veramente bui».

E come ne è uscito?

«Un colpo di fulmine con Stefania Corona. La mia attuale moglie. Mi ha salvato».

Con tutti i film che ha girato immagino non abbia avuto problemi economici in quegli anni di fermo.

«Beh, il cinema allora non era pagato come oggi. Non sono mai diventato ricco. Però non mi lamento. A nonna dicevo: A no', tranquilla che mo' si mangia l'abbacchio tutti i giorni».

Ha girato una serie con Verdone, Vita da Carlo.

«Sì, ho finito l'altro ieri. Carlo è stato fantastico. Ha creduto in me. È stato un amico vero. Ha un lato umano straordinario».

Ha anche scritto una autobiografia Non sono Pierino. Perché questo titolo?

«Perché io sono Alvaro Vitali, sono un attore».

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