Fuoco incrociato contro il Pdl e contro il Guardasigilli. Il tema dello scontro è la giustizia e i colpi provengono da quotidiani non certo amici. A sparare dalle colonne de L'Unità inizia il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, seguito poi da Bersani, che lo fa dalle pagine di Repubblica. Le posizioni dei due leader, e anche le espressioni verbali, sembrano collimare sempre più. Il segretario del partito democratico apostrofa in questo modo il ministro della Giustizia Alfano: "Impastato di arroganza e servilismo" che "tradisce il suo mestiere e ha uno
stile sartoriale perché adatta sempre i suoi provvedimenti ai voleri del capo". Ma l'onorevole Di Pietro riesce a fare di più. Ed evocando i vecchi spettri craxiani minaccia: se il Pdl
andrà in piazza a sostenere la riforma della giustizia finirà bersagliato dai lanci di monetine.
Chi meglio di lui potrebbe lanciare questa profezia...Poi, l'ex pm lancia il guanto di sfida al Guardasigilli: "Il ministro Alfano vuole andare in piazza? Lo sfido, ci vada pure. Se escono dalla piazza mediatica, che
controllano, e vanno in quella vera, il popolo li prende a monetine", ha sottolineato Di Pietro per il quale se la
riforma della giustizia riuscisse a proseguire "visto che non hanno una maggioranza qualificata", dei due terzi,
necessaria per le riforme costituzionali "si arriverà al referendum costituzionale e lì ci divertiamo. Saranno gli
elettori a dire chi ha ragione".
Non poteva mancare poi il consueto attacco a Berlusconi, definito "un venditore di tappeti". Inoltre Di Pietro aggiunge: "Ai tempi di
Mani Pulite c’era chi confessava e chi fuggiva ad Hammamet. Lui si è inventato la "terza via":
andare in Parlamento e fare le leggi per bloccare i processi". Su come dare la spallata al governo Bersani e Di Pietro hanno però
posizioni divergenti. Per il leader democratico si deve andare subito al
voto, mentre per il leader di Idv la strada non è quella del voto
anticipato: "Sarei felicissimo
ma non vedo le condizioni" perché "questo Parlamento non sfiducerà mai"
Berlusconi. Allora "l’unica
possibilità per le opposizioni è puntare sui referendum" di giugno.
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