"Pigro, gaffeur e pasticcione: il commissario di Cops 2 è come me"

Lo showman: "Andrò in pensione solo quando mi daranno copioni scadenti"

"Pigro, gaffeur e pasticcione: il commissario di Cops 2 è come me"

Pigro, imbranato, pasticcione anti convenzionale e contro la legge che invece dovrebbe far rispettare: Claudio Bisio torna nei panni del commissario Cinardi, a capo degli sgangherati poliziotti dell'immaginaria città di Apulia. Cops 2 - Una banda di poliziotti, il sequel della serie diretta da Luca Miniero, è in onda su Sky domani e lunedì 13 dicembre, in streaming su Now e on demand. New entry nel cast Tullio Solenghi e Gaia Messerklinger.

Bisio, in questo periodo la vediamo dappertutto: non solo fa il poliziotto matto, ma anche il capo comico di «Zelig» e lo psicanalista in crisi in «Tutta colpa di Freud» su Canale 5. Comparirà anche nel film «Il Milanese imbruttito» al cinema dal 7 dicembre. In attesa di «Vicini di casa» in uscita a febbraio.

«E pensare che invidio tanto i miei compagni di scuola che sono già in pensione, belli rilassati. Io poi, altro che quota 101, sono già a quota 104-105. Però continuano a farmi proposte che non posso rifiutare, quando mi presenteranno copioni scadenti giuro che mi ritirerò insomma tra 30 anni».

In «Cops 2» la trama comedy/surreale/sentimentale si concilia meglio con quella noir.

«Infatti. Nella prima stagione ci trasformavamo in criminali pur di salvare il posto di lavoro, perché il nostro commissariato stava per essere soppresso per mancanza di reati. Ora ci confrontiamo con vere indagini, colpi di scena, azioni. Nella sceneggiatura gialla ci ha aiutato una maestro, Sandrone Dazieri».

Nel ruolo del Commissario Cinardi ci è sguazzato

«Alla grande. Io nasco dal genere demenziale: da Elio e le Storie Tese, al Derby a Zelig. Il mio film preferito è Una pallottola spuntata. Gli italiani non sono molto abituati alle commedie surreali, ma abbiamo azzardato e ci hanno fatto fare anche la seconda stagione, ora speriamo nella terza».

Si riconosce un po' nelle follie del commissario?

«Certo, il personaggio è stato scritto pensando a me. Nella vita sono come lui: una contraddizione tra l'anima pasticciona e la serietà professionale. Combino un sacco di guai, soprattutto sono un campione di gaffe. Se mi dicono di non dire una cosa, la dico subito. Farei qualunque cosa per una battuta«.

Il ritorno di «Zelig» su Canale 5 per l'anniversario dei 25 anni è stato un successo, tanto che si è aggiunta una quarta puntata, in onda giovedì.

«Mi ha fatto un grande piacere. Anche perché avevamo ancora tanto materiale registrato. Anzi, penso che con questa formula dell'evento, tre o quattro puntate al massimo, Zelig potrebbe tornare in palinsesto. Dieci anni fa smisi di condurlo perché era diventato troppo ripetitivo, adesso mi è venuta l'astinenza».

Ora va forte la stand up comedy

«Che poi, a dircela tutta, era quello che facevamo noi: io, Paolo Rossi, Gaber, nei cabaret: monologhi. Comunque questa nuova generazione è una bella scoperta: anche per questo abbiamo rifatto Zelig dove si sono visti attori come Vincenzo Albano, Calgaro, Angioni, Grandi».

Su Canale 5 sei in onda anche con «Tutta colpa di Freud».

«Una serie divertente che riesce a portare in prima serata su una grande rete un bacio appassionato tra due ragazze».

E a febbraio uscirà al cinema il nuovo film «Vicini di casa».

«È una commedia con un impianto teatrale dove ci sono due coppie: una più tradizionale, piccolo borghese, interpretata da me e Vittoria

Puccini che riceve dall'altra, più aperta (Vinicio Marchioni e Valentina Ludovini) proposte indecenti come fare sesso a quattro, niente di fisico, ma tutto detto esplicitamente insomma, con garbo, si può ridere su tutto».

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