Pio Bruno Lanteri

Settimo dei dieci figli di un medico di Cuneo, nacque nel 1759 e studiò teologia a Torino. Qui divenne amico del gesuita in esilio Nikolau von Diessbach, un ex calvinista ed ex militare che aveva fondato l’«Amicizia cristiana» in chiave antigiansenista e antiilluminista. Nel 1782 lo accompagnò a Vienna per preparare lo storico incontro tra il papa Pio VI e l’imperatore filomassone e anticlericale Giuseppe II. Lo stesso anno il Lanteri fu ordinato prete e, morto il Diessbach, diresse l’«Amicizia», ormai diffusa in tutta l'Europa. Nel 1817 nacque l’«Amicizia cattolica», associazione di laici che diffondevano libri. Ne fece parte la migliore nobiltà piemontese, tra cui il padre (Cesare) e il fratello (Luigi) di Massimo D’Azeglio. L’«Amicizia cattolica», attraverso la casa editrice Marietti, diffuse centinaia di migliaia di volumi, anche in America. Ma la Massoneria accusò il colpo e convinse il re Carlo Felice a scioglierla nel 1828. Il Lanteri si mise a predicare gli Esercizi Spirituali di s. Ignazio ed ebbe tra i suoi discepoli la marchesa Giulia Colbert di Barolo (in attesa di beatificazione), il futuro padre Bresciani e il conte Clemente Solaro della Margarita (primo ministro).

Nel 1816 aveva fondato la congregazione degli Oblati di Maria Vergine, dopo essere stato a lungo agli arresti domiciliari al tempo dell'invasione napoleonica (il Lanteri aveva organizzato l'entrata clandestina in Francia dell’enciclica che scomunicava Napoleone mentre il papa era prigioniero). Devotissimo alla Madonna, a cui il padre lo aveva consacrato alla nascita, morì a Pinerolo nel 1830.

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