Pisanu "candida" Monti capo di una nuova Dc  Pdl e Terzo polo divisi

Buttiglione: "La sua eredità non può essere dispersa". Matteoli: "S'illude chi pensa di archiviare il bipolarismo"

Pisanu "candida" Monti capo di una nuova Dc  Pdl e Terzo polo divisi

Proibito rievocare la Democrazia cri­stiana: persino Beppe Pisanu, un Dc doc passato indenne attraverso un paio di Repubbliche, molteplici incari­chi e svariati partiti, deve usare metafore, similitudini ed eufemismi per auspicarne la rinascita.Compreso l’espediente di can­didare alla sua guida un non democristia­no come Mario Monti.

In ogni caso, con la sua intervistona a Re­pubblica - giornale che lo ha trattato coi guanti da quando l’ex ministro dell’Inter­no ha rotto con Berlusconi - il senatore Pi­sanu è riuscito a movimentare una dome­nica poco allegra per il Palazzo, alle prese con la sanguinosa manovra del governo tecnico e con i dolorosi tagli agli stipendi parlamentari. Ha fatto imbizzarrire il Pdl e mandato in estasi il Terzo Polo, mentre il Pd è rimasto in rigoroso silenzio. La ricetta di Pisanu è semplice: «Il bipolarismo è fini­to », esordisce tranchant . Quindi ora si può marciare spediti verso una «scomposizio­ne e ricomposizione dei poli», anche con l’ausilio di una«legge elettorale proporzio­nale a effetto maggioritario» (uno di quei paradossi possibili solo nelle menti dei po­­litici italici), che porti alla nascita di «una coalizione di tutti coloro che hanno soste­nuto il governo fino all’ultimo », compren­dente quindi pezzi di Pdl, di Pd e di Terzo Polo: «Un vasto movimento fatto di laici e cattolici a forte ispirazione cristiana». Una para-Dc, insomma, che guidata dallo stes­so Monti potrà candidarsi nel 2013.

Apriti cielo. «Monti si è impegnato a non presentarsi alle prossime elezioni», insor­ge subito il capogruppo Pdl Fabrizio Cic­chitto, che mette in chiaro che «Pdl e Pd re­stano alternativi», anche se accidental­mente impegnati nella stessa maggioran­za. «Noi ci impegneremo senza indugi a rafforzare il bipolarismo, contro chi vor­rebbe archiviarlo », assicura Gaetano Qua­gliariello. Mentre l’ex ministro Altero Mat­teoli taglia corto: «Se qualcuno spera che grazie a Monti si possa ristabilire in Italia un sistema che non preveda alternanza ha sbagliato i suoi conti». Se a destra si alzano le barricate, dal Terzo polo invece si esul­ta: «Quella di Pisanu è un’intelligente pro­vocazione, il governo Monti lascia un’ere­dità che non deve essere dispersa », si ecci­ta Rocco Buttiglione. Gli fa eco Italo Boc­chino: «Che Monti abbia un futuro politi­co è nelle cose ». Anche se, suggerisce reali­sticamente il leghista Castelli, «Monti ha altri orizzonti e mire», in particolare il Col­le.

Dietro le analisi di Pisanu, si intravede il desiderio terzopolista di archiviare il bipo­larismo e di restituire al centro il ruolo di perno di ogni futuro governo (e magari an­che quello di lasciar libera la casella del Quirinale per Casini o qualche altro centri­sta). Ma c’è anche un avvertimento assai più cogente e ravvicinato rivolto a Bersani e Berlusconi e ai loro partiti in sofferenza: nessuno si sogni di far saltare in anticipo il governo Monti, perché rischierebbe «di andare alle elezioni da solo o in cattiva compagnia,e con Monti candidato dall’al­tra parte e probabilmente vittorioso ». Una simile minaccia, sottolinea il costituziona­lista Pd Stefano Ceccanti, Monti boy della prima ora, «è la miglior polizza di assicura­zione sulla vita del governo tecnico», che è dunque destinato a durare per tutta la legi­slatura. E a cambiare gli assetti politici, «ma non necessariamente nel senso auspi­cato da Pisanu ». Certo, i poli si stanno sfal­dando, con la caduta delle ali estreme: il Pdl ha perso la Lega, il Pd sta perdendo Sel e- se Idv deciderà di non votare la fiducia ­l’intera comitiva di Vasto.

«Ma in realtà ­nota Ceccanti - se Pdl e Pd continuano ad appoggiare con convinzione Monti, è pro­prio il ruolo del Terzo Polo che viene me­no: alla lunga può rimanere vittima della sua stessa vittoria». 

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