Il bersaglio è grosso. E allora non è poi così difficile mirarlo. Sotto a chi tocca nella nuova disciplina sportiva. E magari qualcuno chiederà presto che il tiro all’Expo diventi anche gara olimpica. E allora finalmente aspiranti sindaci con vista sulle primarie, politici trombati in cerca di ricollocazione, vecchie carampane dei salotti buoni, stilisti, sedicenti artisti e musicisti potranno trovarsi tutti insieme. E finalmente giocarsi la medaglia d’oro di chi la spara più grossa. O più rumorosa, visto che alla fin fine lo scopo è solo quello: battere un colpo. Storia vecchia, ma ancora di moda in quell’intellighentia tutta sinistra e caviale che ancora rosica per avere visto Letizia Moratti, un sindaco di centrodestra, portarsi a casa l’unico grande evento che l’Italia organizzerà nei prossimi anni. La criticavano allora, la criticano oggi. Sia chiaro che non avere ancora in mano i terreni di Rho-Pero è un bel guaio. Ma forse piuttosto che di critiche e proposte alternative, forse sarebbero gradite soluzioni «in loco». Nel senso che non c’è dubbio che l’Expo lì si debba fare. E che il problema sia trovare il modo per avere quelle aree a disposizione.
E invece no. Ecco Stefano Boeri, candidato alle primarie del centrosinistra, proporre il trasloco all’ortomercato. Fosse uno capitato lì per caso si potrebbe capire. Ma Boeri era fino a poche settimane fa il capo della consulta architettonica di Expo. Quello che studiò la situazione e scelse Rho-Pero. Quello che su quella scelta costruì il masterplan. Quello che nel dossier di registrazione consegnato al Bie scrisse che quelli sarebbero stati i terreni su cui costruire i padiglioni. E ora? Si candida sindaco e cambia idea. Non è un po’ tardi? Sì. Gliel’hanno detto anche i suoi. Ma non tutti. E allora ecco la lettera appello firmata dai sedicenti big milanesi per «valutare l’opportunità di predisporre lo spostamento sull’area dell’ortomercato». Le firme? L’avvocato Guido Rossi, la stilista Miuccia Prada, l’artista Gabriele Basilico, il designer Fabio Novembre, l’ambientalista Andrea Poggio, il musicista Ludovico Einaudi.
Per rimanere a sinistra ecco Giuliano Pisapia, l’altro candidato (che sciagura per Milano queste primarie) chiedere che sia la Moratti a decidere in qualità di commissario. E fin qui niente di male. Magari procedendo «con la dichiarazione di pubblica utilità dei terreni». Il che significa una sola cosa: esproprio. Soluzione già esaminata. E già considerata non percorribile. Basta? Macché. Il presidente del consiglio regionale, il leghista Davide Boni, chiede che se la newCo non è più la soluzione, il presidente Roberto Formigoni informi l’aula.
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