Automotive tra dazi e regole green: "Effetto domino devastante, pagano i consumatori"

L'appello del settore a Trump. E Quagliano (Promotor): "La questione è salvare il mercato europeo dalla catastrofe"

Automotive tra dazi e regole green: "Effetto domino devastante, pagano i consumatori"
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Mentre le immatricolazioni di auto in Europa Occidentale (Ue, Efta e Regno Unito) segnano, a marzo, una crescita del 2,8%, ma sempre inferiore del 19,7% se confrontata con il 2019, l’anno pre Covid-19 e pre crisi di tutti i generi, il nodo dei dazi resta sempre al centro delle preoccupazioni. E a lanciare un forte appello al presidente americano Donald Trump sono ora le associazioni Usa che rappresentano costruttori, concessionari e fornitori che intravedono «impatti devastanti con un effetto domino che porterà a listini più alti per i consumatori, vendite ridotte e costi per la manutenzione più cari». Inoltre, a pagarne le conseguenze sarà anche la forza lavoro nel Paese. «Basta il fallimento di un fornitore - recita l’appello alla Casa Bianca - per determinare lo stop della linea produttiva di una casa automobilistica».

Da parte sua, Trump non esclude la possibilità di ridurre le tariffe doganali sulla Cina. Un tira e molla, quello sui dazi, che rende, comunque, la situazione sempre più incerta.

A risentirne è ovviamente anche l’Europa dove, afferma Gian Primo Quagliano (Centro studi Promotor) - la politica per la transizione energetica ha aperto il mercato a produttori esterni particolarmente agguerriti e competitivi (il riferimento è ai cinesi, ndr) in termini di prezzi e di qualità del prodotto, senza contare i nuovi problemi che stanno derivando dalla politica del presidente Trump». «A questo punto - sottolinea Quagliano - la questione che si pone con sempre maggior urgenza e con sempre maggior forza non è più tanto quella del trionfo dell'auto elettrica, ma di quella di come salvare l'auto europea dalla catastrofe».

Il primo trimestre del 2025 si è chiuso, nel Vecchio Continente, con vendite in calo dello 0,4%, ma giù del 18,4% rispetto al corrispondente periodo dell’ultimo anno di «normalità», il 2019.

Secondo Quagliano, «le gravi difficoltà del mercato dell’auto dipendono da molti fattori tra cui, in particolare, la forte crescita dei prezzi che sta rendendo sempre più difficile l'acquisto della nuova auto o la sostituzione di quella posseduta». Che aggiunge: «Tra i fattori che stanno fortemente ostacolando la domanda di automobili vi è anche la transizione energetica imposta dall’Ue che impone l’auto elettrica come unica soluzione per la mobilità su quattro ruote a partire dal 2035».

Intanto, guardando alle auto a sola batteria, la quota di mercato risulta aumentare dopo la contrazione subita nel 2024 a causa dello stop agli incentivi in diversi Paesi. Nel primo trimestre del 2025 la quota delle auto elettriche è salita, infatti, al 17% contro il 13,2% dello stesso trimestre del 2024, «ma non sfugge a nessuno - puntualizza il presidente del Centro studi Promotor - che gli obiettivi posti dalla Ue risultano ancora molto lontani». Sono comunque le motorizzazioni ibride senza spina quelle che accolgono di più le preferenze degli automobilisti, rappresentando il 35,5% di penetrazione nel mercato.

Tra i costruttori, Stellantis, secondo gruppo europeo alle spalle di Volkswagen, segna -5,9% a marzo (quota dal 16,5% al 15,1%) e -12,2% nel trimestre (quota dal 17,6% al 15,5%) con tre marchi positivi:

Peugeot, Jeep e Alfa Romeo. Sempre in forte difficoltà l’americana Tesla (-28,2% e -37,2%), mentre continua l’avanzata del gruppo cinese Saic con il marchio britannico Mg: +48,6 in marzo e +33,5% da gennaio al mese scorso.

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