Via alla semplificazione fiscale. Ecco come cambiano le riscossioni e i versamenti

Decisa in Consiglio dei ministri del provvedimento dell'esecutivo che contribuità a "semplificare e razionalizzare le attuali norme in materia tributaria", dice il viceministro Leo

Via alla semplificazione fiscale. Ecco come cambiano le riscossioni e i versamenti
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Dopo l'emanazione dei testi unici su giustizia tributaria, tributi erariali minori e sanzioni tributarie, che sono tutti attualmente all'esame del Parlamento, oggi il Consiglio dei ministri ha approvato in prima lettura il testo unico in materia di versamenti e di riscossione. Ad annunciare il nuovo provvedimento dell'esecutivo nazionale è Maurizio Leo, viceministro dell'Economia e delle Finanze. "Si tratta del quarto testo unico approvato dal governo Meloni, a dimostrazione del nostro impegno costante per semplificare e razionalizzare le attuali norme in materia tributaria - dichiara l'esponente di Fratelli d'Italia -. Rispetto al percorso dei testi unici, con l'approvazione del provvedimento odierno, possiamo dire di essere a metà del percorso. In totale ne sono previsti otto. Andiamo avanti nel percorso di attuazione della riforma fiscale, per la costruzione di un fisco più equo e moderno", conclude.

Questo testo unico si compone di 241 articoli. In apertura del documento si ribadisce che le imposte sono riscosse mediante: versamenti diretti del contribuente, del sostituto d'imposta e del responsabile d'imposta; ritenuta diretta. Il documento, suddiviso in 9 titoli, si occupa poi di ordinare la legislazione in materia di: riscossione spontanea, riscossione delle imposte sul reddito, rimborsi, riscossione mediante ruoli, riscossione coattiva, funzionamento del servizio della riscossione, estensione della riscossione mediante ruolo e mutua assistenza per il recupero dei crediti sorti nel territorio nazionale o in uno stato membro dell'Unione europea.

Un'altra tappa del governo italiano, dal quale proprio in queste ore è poi in arrivo una forte spinta al concordato biennale sotto forma di sanatoria anche per gli anni 2018-2023. Del resto, è da tenere in conto come questa misura - che quest'anno ha una platea potenziale di 2,5 milioni di soggetti che applicano gli indici sintetici di affidabilità e 2 milioni di forfettari - potrà fruttare un gettito cospicuo, che servirà a finanziare il nuovo taglio all'Irpef e gli incentivi alla natalità.

Dall'emendamento a firma dei senatori Fausto Orsomarso (Fratelli d'Italia), Massimo Garavaglia (Lega) e Dario Damiani (Forza Italia) che consente ai professionisti che aderiranno al concordato (che riguarda gli anni 2024-2025) di accedere a un ravvedimento per gli anni dal 2018 al 2023. Si prevede la possibilità di "usufruire di un'imposta sostitutiva - parametrata al livello di affidabilità fiscale dei soggetti interessati - sull'incremento del reddito dichiarato, derivante dall'applicazione di percentuali di rivalutazione del reddito differenziate in base al punteggio Isa riportato dai contribuenti", si legge ancora.

Una decisione - quella del quarto testo unico - presa collegialmente dalla maggioranza di centrodestra che arriva in un momento fondamentale, ovvero il percorso di avvicinamento alla legge di stabilità. Ed è in questo senso Il Piano strutturale di bilancio di medio termine, il documento previsto dalla riforma delle regole di bilancio europee, è giunto all'esame del consiglio dei ministri. Questo verrà trasmesso alle Camere a seguito del recepimenti delle "revisioni statistiche apportate dall'Istat nell'ambito della 'Revisione generale delle stime annuali dei Conti nazionali del periodo 1995-2023', che saranno rilasciate il prossimo 23 settembre", sottolinea una nota del ministero dell'Economia e delle Finanze.

Nell'orizzonte temporale considerato dal Piano, il tasso di crescita della spesa netta "si attesterà su un valore medio prossimo all'1,5 per cento. La traiettoria, inoltre, è coerente con l'andamento dei principali saldi di finanza pubblica già previsto dal Programma di Stabilità dello scorso aprile", prosegue il comunicato del Mef. Sotto questo punto di vista il governo continua a portare avanti una "politica fiscale prudente e responsabile", proponendo un percorso di rientro dal disavanzo eccessivo "realisticamente più ambizioso di quello prefigurato dalla Commissione europea attraverso la traiettoria tecnica, impegnandosi a scendere sotto la soglia del 3% del rapporto deficit/PIL già nel 2026".

Dopo questo anno solare, il percorso proposto "consentirà di garantire la stabilità del debito pubblico italiano e permettere alla finanza pubblica di affrontare con maggiore efficacia le sfide future", chiosa il dicastero guidato da Giancarlo Giorgetti.

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