
Dai negoziati con gli Stati Uniti d'America sulla questione dazi al nuovo ordine mondiale che sembrerebbe ormai che si sta delineando. Il secondo evento di lancio del nuovo settimanale di approfondimento economico Moneta, diretto da Osvaldo De Paolini e allegato a Il Giornale, Libero e Il Tempo ogni sabato, difficilmente avrebbe potuto ospitare, con tutta probabilità. un rappresentante istituzionale più adatto come Giancarlo Giorgetti. Proprio nella giornata in cui Giorgia Meloni tiene un fondamentale faccia a faccia con Donald Trump alla Casa Bianca, il ministro dell'Economia e delle Finanze interviene pubblicamente su una serie di temi dirimenti legati all'attualità politica e internazionale - che contribuiranno alla scrittura della prossima legge di bilancio in autunno - dal palco del Tempio di Vibia Sabina e Adriano presso la Camera di Commercio di Roma, intervistato dal direttore responsabile di Libero, Mario Sechi. Il tutto alla vigilia di un Consiglio dei ministri in cui "dovrebbe esserci" la misura per adeguare il calcolo degli acconti Irpef alle tre aliquote come confermato dallo stesso Giorgetti al termine dell'audizione davanti alle commissioni Bilancio riunite di Camera e Senato.
Giorgetti si dice soddisfato per l'upgrade recentemente ricevuto dal raiting di Standard & Poor's: "Questo è stato un grande investimento di fiducia nei nostri confronti, una grande sorpresa". Questo asse di rapporto fiduciario con Meloni sta quindi funzionando, rimarca il ministro. La presidente del Consiglio incontra Trump "in un clima positivo, perché c'è simpatia personale e anche nei confronti del Paese". Dopo di che l'agenda è "parecchio complicata per via dei dazi, ma ci sono tante altre questioni di carattere bilaterale che devono essere composte in un puzzle che sono altrettanto importanti". Per esempio c'è un aspetto di "guerra valutaria" perché "il valore relativo e comparato tra dollaro ed euro produce o meno un dazio implicito", frutto di una precisa strategia. Dopo la pandemia, infatti, era già cominciato un "protezionismo camuffato" a opera di Joe Biden, mentre Trump ha voluto segnalare "la necessità di riscrivere le regole del commercio globale". Ed è per questo motivo, legato anche al ruolo crescente della Cina, che la sua mossa, per quanto scomposta, "ha una sua logica: ovvero quello di trovare una via per ripianare questa situazione". Giorgetti conferma, in questo senso, che "il WTO è morto, ma combatte contro di noi".
Il ministro dell'Economia si appresta a incontrare il suo omologo americano tra pochi giorni: "Ho visto che Scott Bessent, oltre a essere un uomo molto quadrato, è un uomo che capisce l'economia europea e ha la sensibilità di comprendere la nostra situazione per come funziona". Giorgetti sottolinea il discorso di Bessent all'ultimo G7, all'interno del quale aveva preannunciato che è ancora tutto da vedere che cosa succederà sui dazi nel rapporto tra Stati Uniti ed Europa. Quello che è diventato chiaro è che, perlomeno sulla disciplina fiscali, "è necessario discutere a livello bilaterale e non comunitario". In questa situazione globale, l'esponente del governo Meloni prevede che a breve la Germania ritornerà ad assumere il suo storico ruolo condottiero con un governo nella pienezza dei suoi poteri, mentre la Francia "sono un po' in difficoltà, anche nel suo riposizionamento su certe politiche". Al contrario di un'Italia che invece ha rispettato pienamente tutte le scadenze sul piano della governance europea. Senza dimenticare la questione sul Patto di Stabilità: "L'economia non è composta solamente da contabilità pubblica, ma è solo un presupposto. Però faccio notare che l'Ue per due anni non ci ha fatto escludere dal Patto gli investimenti per la Difesa e adesso ci dice che dobbiamo fare fuori dal Patto l'intera spesa per la Difesa".
Giancarlo Giorgetti racconta poi alcuni retroscena sulle riunioni tra i ministri dell'Economia che ciclimamente avvengono in Europa. "L'altro giorno, all'Ecofin di Varsavia, si parlava della spesa comune europea di riarmo da fare 'in maniera autonoma e coordinata'. A un certo punto il ministro sloveno è intervenuto dicendosi preoccupato perché il suo collega della Difesa era già pronto a fargli la lista della spesa infinita di armi e con un conto pazzesco. E allora tutti noi altri siamo stati presi da un senso di 'liberazione' e ci siamo espressi solidarietà a vicenda". Questo perché, naturalmente, per gli Stati più importanti, sembra che sia arrivato "il loro momento: è come se fosse arrivato Babbo Natale".
L'obiettivo dei paesi democratici all'interno G7, infine, deve essere quello di "essere solidali reciprocamente nel momento in cui si stanno andando a riscrivere le regole sul commercio mondiali". E anche questo tema dovrà essere posto al Fondo Monetario Internazionale: può la Cina continuare a espandersi e influire pesantemente dal punto di vista commerciale?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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