
Il parto è lungo e travagliato. Ma l'obiettivo dell'azione di Donald Trump appare chiaro: un nuovo ordine mondiale. Ne è convinto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, che parlando alla platea leghista alla scuola di formazione cerca di decifrare a suo modo le mosse del presidente degli Stati Uniti. Per Giorgetti non c'è alcun dubbio: il tycoon provocherà uno shock. E l'Italia dovrà farsi trovare pronta nel nuovo assetto mondiale. Giorgetti non nasconde tutti i dubbi e le incognite che la missione di Meloni potrebbe riservare. Quasi un avvertimento che arriva alla vigilia del viaggio del presidente del Consiglio: niente passi falsi. E soprattutto, attenzione a non cedere alle sirene cinesi.
«È un momento di grande cambiamento in cui quello che veniva dato per scontato, dalle regole di comportamento alla globalizzazione, il commercio libero, è messo in discussione. Quindi credo che questo scossone che parte dall'amministrazione Trump, in parte dalla politica, ridisegnerà anche confini ed equilibri mondiali non soltanto politici», spiega Giorgetti.
E sul dossier caldo della guerra commerciale, il ministro non manca di sottolineare il fallimento del Wto: «Oggi si discute di dazi e di tariffe, diciamo un ritorno del mercantilismo. Ma occorre dire con tranquillità che il Wto è già morto da qualche anno. Questo momento chiamiamolo così, come le doglie di un parto, è il parto di un nuovo sistema in cui alcune regole dovranno essere riscritte, un nuovo ordine mondiale dovrà essere definito e tutto il mondo uscito da Bretton-Woods e dalla seconda guerra mondiale va risistemato».
Nella sua analisi il titolare di via XX settembre mette sul tavolo tutti i timori del successo del viaggio di Meloni negli Usa. Trump è un astuto negoziatore e non sarà una passeggiata quella della premier a Washington.
«Sul fronte dei dazi le cose sono complesse. Ci sarà il viaggio della presidente Meloni, io sarò a Washington la settimana successiva per incontrare il segretario del Tesoro. È chiaro che il negoziato non è semplice perché gli interessi ognuno cerca di farli a casa propria. Dobbiamo trovare una sintesi, un compromesso corretto»,rimarca Giorgetti.
Dazi e web tax saranno i due principali capitoli al centro del bilaterale Trump-Meloni. «Il punto di partenza è sicuramente quello dei dazi. Poi abbiamo una questione aperta sulla tassazione internazionale. Abbiamo l'ambizione di creare la global minimum tax internazionale, che l'amministrazione Trump ha messo nel cassetto e poi dobbiamo cercare di gestire e decidere la tassazione sul web che in Italia è già partita e questo è sicuramente un altro aspetto importante. Poi c'è un aspetto di cui non parla nessuno, una forma di dazio implicito, chiamiamolo così, che viaggia attraverso il valore delle monete, dollaro, euro, anche su questo varrebbe la pena di concentrare l'attenzione, è strettamente correlato alla politica monetaria, tra Fed e Bce, tassi di interesse.
E quindi la competitività tra Usa e Ue dipende anche da questo fattore, non solo dai dazi ma anche dalla gamba fiscale e valutaria», insiste Giorgetti.Un tema di cui «se ne parla troppo poco, tra qualche settimana sarà chiaro per tutti e io penso che allungare le antenne anche su questi aspetti sarà utile».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.