
Il giornalismo italiano è in sofferenza. I dati presentati dall’Inps e dalla Covip fotografano un settore sempre più fragile, segnato da redditi in calo, pensioni ridotte al minimo e un numero crescente di lavoratori autonomi senza adeguate tutele. La crisi dell’editoria, aggravata dalla transizione digitale e dal crollo delle vendite dei quotidiani cartacei, ha ridotto drasticamente gli occupati e reso insostenibili molte posizioni lavorative. Eppure, nonostante il ruolo centrale dell’informazione nella vita democratica del Paese, le istituzioni sembrano limitarsi alla sola osservazione dei dati, senza varare misure efficaci per sostenere editori e giornalisti. Il tema dei prepensionamenti, che potrebbe alleggerire il sistema e garantire un ricambio generazionale, resta ancora un nodo irrisolto.
Il report dell'Inps sullo stato del giornalismo italiano
Secondo i dati presentati dall'Inps nel report "Lo stato del giornalismo italiano", su 103.581 giornalisti iscritti all’Ordine, nel 2023 solo 17.179 hanno versato contributi all’Inps, mentre 25.791 all’Inpgi. La retribuzione media dei giornalisti è di circa 59.000 euro, con un divario di genere significativo: gli uomini guadagnano in media il 16% in più rispetto alle donne. Le pensioni mostrano una disparità ancora maggiore, con una media di 71.000 euro per gli uomini e 48.000 euro per le donne. Inoltre, il 70% dei lavoratori autonomi guadagna meno di 25.000 euro all’anno, evidenziando una precarietà diffusa nel settore.
Il presidente dell'Inps, Gabriele Fava, ha sottolineato: "La presentazione del Report sullo stato del giornalismo in Italia rappresenta un primo momento di bilancio del passaggio di consegne tra Inpgi e Inps e ci consente di fare il punto della situazione sulla professione giornalistica nel nostro Paese ed anche, per la prima volta, di quella contributiva".
Lo stato dell’arte
Nonostante queste criticità, le risorse destinate al prepensionamento nel settore editoriale sono limitate. I fondi stanziati dalle leggi di Bilancio risultano insufficienti per affrontare le profonde trasformazioni del settore. L'Inps, che nel 2023 ha registrato un risultato economico positivo di 2,063 miliardi di euro, potrebbe svolgere un ruolo più attivo nel sostenere l'editoria, in quanto fino al 2027 è previsto un totale di 92,4 milioni di euro. Un intervento mirato dell'istituto, in collaborazione con le istituzioni politiche, potrebbe facilitare l'accesso al prepensionamento per i giornalisti, favorendo un ricambio generazionale e alleggerendo i bilanci. Questo richiederebbe una volontà politica decisa e una strategia condivisa per garantire la sostenibilità e la qualità dell'informazione, pilastro fondamentale della democrazia.
La situazione dell’Inps
Nel 2023, l'Inps ha registrato un risultato economico positivo di 2 miliardi di euro, migliorando il patrimonio netto da 23,2 milioni a circa 29,8 miliardi. Le uscite complessive dell'Inps nel 2023 sono state di 524 miliardi di euro, di cui 398 miliardi destinati alle prestazioni istituzionali, con un incremento del 4,6% rispetto all'anno precedente. I trasferimenti dallo Stato all'Inps per coprire le gestioni in perdita, inclusi i dipendenti pubblici, ammontano a 23,4 miliardi, con 18,6 miliardi destinati alla copertura delle prestazioni erogate dalla gestione invalidi civili.
Secondo le previsioni del Civ dell’Inps per il 2024, il risultato di esercizio dovrebbe essere negativo per 9,2 miliardi di euro, nonostante una importante crescita di 12, 7 miliardi dei trasferimenti dallo Stato a fronte dei maggiori sgravi contributivi, che in totale ammontano a 31 miliardi di euro, facendo passare i trasferimenti complessivi da 169 a 182 miliardi di euro. Cala la previsione relativa al patrimonio netto, che rispetto al valore di inizio anno, che ammontava a 29,8 miliardi, passa ad una previsione assestata di 25 miliardi.
L'audizione Covip sul Fondo Casella e la situazione dei poligrafici
Nell'audizione alla Commissione Bicamerale sulle gestioni previdenziali, la presidente facente funzioni della Covip, Francesca Balzani, ha illustrato la situazione del Fondo nazionale di previdenza integrativa per i lavoratori dei giornali quotidiani "Fiorenzo Casella". Al termine del 2024, gli iscritti attivi al fondo erano appena 1.700, mentre i pensionati ammontavano a 11.500, a cui si aggiungono 3.500 posizioni silenti e 3.000 differite. Questo squilibrio riflette l’emorragia occupazionale che ha colpito il comparto poligrafico, storicamente fondamentale per la produzione e la distribuzione dei quotidiani. La crisi del settore editoriale, il calo della stampa su carta e la progressiva digitalizzazione dei processi produttivi hanno ridotto drasticamente il numero di addetti impiegati con contratti tipografici tradizionali. Un altro fattore di criticità è rappresentato dalla fuoriuscita di diverse aziende dal perimetro del contratto poligrafico, spesso senza una reale interruzione dell’attività editoriale, ma con un riassetto societario volto a contenere i costi e ridurre i diritti dei lavoratori.
Dal punto di vista previdenziale, la situazione del Fondo Casella appare fragile: le risorse gestite ammontano a circa 83 milioni di euro, mentre l’importo medio della pensione integrativa netta è di appena 320 euro all'anno, salendo a 380 euro per le pensioni dirette. Numeri che testimoniano le difficoltà di un comparto che ha visto ridursi progressivamente il proprio peso specifico nell'industria editoriale. Per garantire continuità previdenziale ai lavoratori ancora attivi, è stato deciso il trasferimento del Fondo Casella al Fondo Byblos, un piano pensionistico complementare di natura negoziale che già raccoglie 33.500 iscritti per un patrimonio complessivo di un miliardo di euro. Questa transizione, ancora in fase di attuazione, rappresenta un tentativo di assicurare maggiore stabilità a una categoria professionale che ha subito trasformazioni radicali nel giro di pochi anni.
Le difficoltà del settore editoriale, in particolare dei quotidiani
Il settore editoriale italiano, soprattutto quello dei quotidiani, sta affrontando una crisi profonda. Secondo l'Osservatorio Agcom, nel primo trimestre del 2024 sono state vendute in media 1,32 milioni di copie giornaliere, con una flessione del 9,1% su base annua e del 31,8% rispetto al 2020. Le vendite delle copie cartacee sono scese a 1,13 milioni al giorno, registrando una diminuzione del 9,3% rispetto all'anno precedente e del 35,4% rispetto al 2020. Le copie digitali, pur rappresentando una speranza per il settore, non hanno registrato una crescita significativa, con una media di circa 190.000 copie giornaliere nel 2024, segnando un incremento dell'1,7% rispetto all'anno precedente.
Il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, ha espresso forte preoccupazione per la situazione, sottolineando che "nei primi mesi del 2024 il fatturato pubblicitario della stampa ha subito un calo del 13,7% e, dopo la decisione di eliminare l'obbligo della pubblicazione dei bandi degli appalti dei giornali, la pubblicità legale dei quotidiani è diminuita del 53,6%". Ha inoltre lanciato un appello al governo e alle forze politiche affinché siano coese nella volontà di contrastare la cattiva informazione, garantendo un'informazione di qualità, fondamentale soprattutto in un periodo di confronto elettorale.
In conclusione, il settore giornalistico italiano si trova ad affrontare sfide significative legate alla sostenibilità economica, alla trasformazione digitale e alla tutela dei diritti dei lavoratori. La collaborazione tra istituzioni, aziende editoriali e rappresentanze sindacali sarà cruciale per individuare soluzioni efficaci che garantiscano il futuro del giornalismo nel nostro Paese.
Ecco perché un intervento mirato dell'Inps, in collaborazione con le istituzioni politiche, potrebbe facilitare l’uscita graduale dal mercato del lavoro per i professionisti prossimi alla pensione, consentendo alle imprese di riorganizzarsi con maggiore flessibilità. Questo richiederebbe una volontà politica decisa e una strategia condivisa per garantire la sostenibilità e la qualità dell'informazione, pilastro fondamentale della democrazia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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