L’allarme dell’Ocse: il debito sovrano e societario ha superato i 100 mila miliardi di dollari

Raccolti sul mercato obbligazionario oltre 25mila dollari, quasi il triplo rispetto al 2007. Intanto in Ue si discute di aumentare il debito pur di accrescere le spese nella difesa

L’allarme dell’Ocse: il debito sovrano e societario ha superato i 100 mila miliardi di dollari
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L’Ocse tira le fila del debito mondiale. E lo fa, forse, in uno dei momenti più delicati, considerando che in questi giorni l’Ue ha aperto alla possibilità ai propri paesi membri di aumentare il debito pur di accrescere le spese nella difesa. Opzione che non trova il favore della premier Giorgia Meloni che, durante l’incontro odierno con Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha ribadito la necessità di porre l’accento sulla partecipazione del capitale privato, per esempio attraverso il modello InvestEu, e su strumenti europei davvero comuni che non pesino direttamente sul debito degli stati. Ipotesi che effettivamente trova un riscontro concreto nelle cifre identificate nella seconda edizione del 'Global Debt Report' pubblicato oggi dall'Ocse.

Il debito sovrano e societario supera i 100mila miliardi di dollari

Secondo l’associazione, l’anno scorso i governi e aziende a livello mondiale hanno raccolto sul mercato obbligazionario oltre 25mila miliardi di dollari, ossia 10 mila miliardi di dollari in più rispetto al periodo precedente al Covid e quasi il triplo rispetto al 2007. Un’impennata frutto dell’“eredità della crisi finanziaria del 2008 e della pandemia”, che ha spinto i governi a emettere grandi programmi di sostegno finanziati tramite debito “per attutire l'impatto degli shock e facilitare la ripresa”, spiega nella nota l’Ocse.

Ancora più allarmante il dato riguardo il debito sovrano e societario. Stiamo parlando di oltre 100mila miliardi di dollari nel 2024. E non è tutto. Dopo una temporanea riduzione dovuta all’inflazione, anche il rapporto debito/Pil è tornato a crescere, passando dall'82% nel 2023 all'84% nel 2024 e con una previsione dell'85% nel 2025.

17 mila miliardi di obbligazioni sovrane

Andando avanti, il rapporto evidenzia che l'emissione di obbligazioni sovrane nei paesi Ocse dovrebbe raggiungere un record di 17mila miliardi di dollari nel 2025. Anche i mercati emergenti hanno visto un aumento del debito, con emissioni passate da mille miliardi nel 2007 a oltre 3 mila miliardi nel 2024. Il debito obbligazionario delle aziende ha ripreso a crescere dopo due anni di riduzioni dovute all'inflazione, raggiungendo i 35mila miliardi di dollari a fine 2024, a cui si aggiungono 25 mila miliardi di dollari in prestiti sindacati e almeno 1.600 miliardi di dollari in credito privato.

Sale il rapporto tra pagamenti di interessi e Pil

In salita anche il rapporto tra pagamenti di interessi e Pil, salito al 3,3% nell'Ocse, superando la spesa per la difesa. E non è tutto. Il rapporto evidenzia che “quasi il 45% del debito sovrano Ocse scadrà entro il 2027, con un alto fabbisogno di rifinanziamento a breve termine”. Nei mercati emergenti, invece, il debito in scadenza nei prossimi tre anni è vicino al 40%, con i paesi a basso reddito e ad alto rischio più esposti, avendo oltre la metà del debito in scadenza in questo periodo. Anche un terzo delle obbligazioni societarie scadrà entro il 2027, e i costi di interesse saliranno a meno che i rendimenti non calino drasticamente.

Negli ultimi anni, molte aziende hanno emesso debito senza aumentare proporzionalmente gli investimenti produttivi, utilizzandolo invece per rifinanziamenti e distribuzioni di dividendi agli azionisti. Questo rende improbabile che il debito si ripaghi attraverso ritorni su investimenti produttivi.

“Impatto significativo sui bilanci pubblici e aziendali”

L’associazione evidenzia che “l'aumento dei costi di rifinanziamento potrebbe avere un impatto significativo sui bilanci pubblici e aziendali, limitando la capacità di spesa dei governi e riducendo i margini di manovra delle imprese”.

Nel dettaglio, nei paesi Ocse, l'incremento della spesa per interessi potrebbe tradursi in minori investimenti pubblici in infrastrutture, istruzione e sanità, con potenziali effetti negativi sulla crescita economica a lungo termine. Allo stesso modo, per le aziende, l'aumento del costo del debito potrebbe portare a una riduzione degli investimenti in innovazione e sviluppo, rallentando la competitività globale

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