Legge Capitali, Freni: "Sì al dialogo ma la decisione finale sarà politica"

Il sottosegretario all'Economia ha ribadito l'importanza di un dialogo costruttivo, pur precisando che l'ultima parola spetta alla politica

Legge Capitali, Freni: "Sì al dialogo ma la decisione finale sarà politica"
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Il sottosegretario all’Economia Federico Freni, intervenuto a un convegno organizzato da Assogestioni, ha ribadito l’importanza di un dialogo costruttivo tra istituzioni, società quotate e fondi sulla riforma del mercato dei capitali, pur precisando che l’ultima parola spetta alla politica. "Le riforme non si fanno sui giornali. Non accetteremo bicchieri d’acqua avvelenata: dal pozzo da cui ci si avvelena, si finisce per bere", ha dichiarato, sottolineando la necessità di evitare tensioni nei negoziati.

La legge Capitali, che modifica il Testo Unico della Finanza, si propone di favorire una governance societaria equilibrata e attrattiva per gli investitori, ponendo al centro il voto di lista e il voto maggiorato. Il primo, che ha già acceso discussioni in passato, come durante l’elezione del board di Generali nel 2022, rimane centrale per tutelare le minoranze azionarie. Al contempo, il voto maggiorato mira a incentivare investitori di lungo termine, rendendo il mercato più stabile e riducendo il rischio di delisting.

La riforma potrebbe avere un impatto significativo su gruppi come Generali e Mediobanca, al cui interno si sono registrate frizioni tra management e azionisti di minoranza, come dimostrano i contrasti tra l’ad di Piazzetta Cuccia, Albero Nagel, e Delfin o i recenti sviluppi legati al rinnovo del cda di Generali previsto per il 2025. Secondo Freni, il governo intende creare un equilibrio tra la valorizzazione delle peculiarità italiane e il rispetto del benchmark europeo, garantendo un approccio che guardi al futuro del mercato senza importare passivamente modelli esteri.

La valorizzazione del risparmio privato e l’attrazione di nuovi capitali rimangono priorità strategiche: "Una riforma condivisa è necessaria e opportuna. Tuttavia, alla fine, è la politica a decidere", ha concluso Freni, riaffermando il ruolo guida delle istituzioni nel processo di riforma.

Durante il convegno di Assogestioni, il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha ribadito l’importanza del dialogo costruttivo sulla riforma del mercato dei capitali. "Le riforme non si fanno sui giornali, si fanno seduti alla scrivania, con carta e penna alla mano", ha affermato, sottolineando che il processo richiede confronto e apertura. "Non accetteremo un bicchiere d’acqua avvelenata", ha aggiunto, avvertendo delle conseguenze di negoziati inquinati da tensioni. La scorsa settimana Nagel aveva dichiarato che “abbiamo ancora da capire, come molti operatori, come si andrà a definire il quadro di regole che riguardano l’elezione del cda e quali saranno le intenzioni del consiglio di amministrazione di Generali; dopo che questi due elementi saranno chiariti potremo prendere le nostre decisioni”.

Freni ha precisato che il governo punta a valorizzare le peculiarità italiane, come il voto di lista: "Nel nostro ordinamento non solo ha senso, ma è anche la cura giusta per il nostro sistema". Tuttavia, ha messo in guardia contro un’eccessiva adozione di modelli esteri come la lista del board adottata non solo da Mediobanca e Generali, ma anche da Tim, Prysmian, Fineco, Unicredit e altre grandi quotate italiane. "Non possiamo replicare tout court regole di altri ordinamenti", ha aggiunto sottolineando come la legge Capitali intenda rafforzare la trasparenza e la rappresentanza degli azionisti.

"La riforma condivisa non è solo opportuna, è l’unico modo per avere una riforma", ha dichiarato, elogiando il dialogo con interlocutori istituzionali come Assogestioni.

"Ma alla fine, piaccia o meno, è la politica che deve prendere le sue decisioni". Freni ha anche enfatizzato l’importanza del risparmio privato: "Oggi è un volano essenziale per far crescere ancora di più il Pil", ha concluso.

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