Quel prestigio che fa rosicare la sinistra

Mi rendo conto che il nostro prestigio internazionale è attualmente alle stelle, ai suoi massimi storici, e questo è un altro dei meriti di questo esecutivo

Quel prestigio che fa rosicare la sinistra
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Gentile Direttore Feltri, ho appena letto su questo giornale che il ministro Giorgetti è stato incoronato dal Financial Times «migliore ministro delle Finanze» del 2024, eppure in Italia viene maltrattato spesso e volentieri anche dalla stampa. Ricordo che qualche settimana fa, mentre veniva scritta e poi approvata la manovra di bilancio, Giorgetti fu criticato in modo aspro e ingiusto. Lei cosa ne pensa?

Jacopo Brambilla

Di recente un prestigioso giornale, Politico, ha elogiato la premier Giorgia Meloni definendola addirittura «la persona più potente d'Europa», essendo ella riuscita, non senza un estenuante lavoro e una precisa strategia diplomatica, a restituire autorevolezza all'Italia in ogni consesso internazionale ed europeo. Come? Abbandonando la politica adottata da sempre dalla nostra Nazione, quella del piegare la testa, del farsi andare tutto bene, dell'appiattirsi sempre sulle posizioni altrui, del non alzare mai la voce, del non fare valere mai le proprie esigenze. Questa prassi, che ci ha fatti fanalino di coda per decenni, era talmente sedimentata che, quando Meloni ha cambiato registro, le opposizioni si sono ribellate, poiché per la sinistra era normale che il nostro Paese si mantenesse in una posizione di sudditanza.

Giorgia ha dimostrato non soltanto che adottare un altro atteggiamento è possibile, ma anche che questo mutamento di paradigma produce vantaggio, aumenta la nostra influenza, attira investimenti, accresce il nostro potere negoziale, conferisce credibilità e affidabilità sia all'Italia che agli italiani. Alzare la testa è più onorevole che abbassarla. Ne converrete. Quest'ultimo atto lasciamolo fare alla sinistra, che è tanto brava ad inchinarsi davanti a coloro che le paiono potenti. Quindi, va da sé, che questa scelta di Meloni, questa scelta di dignità, fa lievitare la stima che chi ci guarda dall'esterno sviluppa verso di noi. Inevitabilmente ella viene celebrata, lodata, ammirata, non soltanto perché è infaticabile, forte, efficace, come provano i dati, i risultati dal suo governo conseguiti, ma anche perché mostra e dimostra carattere.

C'è chi fa notare che anche il ministro Giorgetti, che ha ricevuto un importante riconoscimento, di cui dobbiamo essere fieri, è stato a lungo redarguito, criticato, attaccato, proprio per quelle decisioni che ora hanno comportato la sua elezione a ministro delle Finanze migliore, da cui insomma i suoi omologhi devono prendere esempio e a cui devono ispirarsi. Io credo che di fondo gli italiani soffrano di una specie di complesso che li induce talvolta a manifestare uno spirito anti-italiano, fortemente distruttivo. Essi allora si lamentano di tutto quello che non funziona ma anche di quello che invece funziona. Credo che questo animus, che è un po' antipatriottico oltre che lagnoso, nasca dalla disistima di sé, tipica della cultura progressista.

Ecco perché accade che quei politici di centrodestra che in Italia vengono definiti dalla sinistra «fascisti» e che vengono sistematicamente infangati, attaccati, come se non facessero nulla ma proprio nulla di buono, all'estero ce li invidino e vengano addirittura indicati quali ministri o statisti migliori al mondo.

Io non ricordo precedenti simili. Mi rendo conto che il nostro prestigio internazionale è attualmente alle stelle, ai suoi massimi storici, e questo è un altro dei meriti di questo esecutivo.

Prevedo che nel 2025, grazie anche alle buone relazioni che la premier coltiva con il nuovo presidente americano e che fanno e faranno dell'Italia interlocutore privilegiato degli Usa in Europa, tale prestigio aumenterà ulteriormente, conferendo al nostro Paese un ruolo di primo piano nello scacchiere internazionale.

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