In occasione dell’Anno internazionale delle Cooperative proclamato dall’Onu, Confcooperative ha incontrato a Bruxelles un’ampia delegazione di europarlamentari italiani per discutere delle sfide e delle opportunità che il settore cooperativo affronta nell’ambito della transizione ecologica, dell’inclusione e della sostenibilità.
All’incontro hanno partecipato 35 europarlamentari, tra cui Antonella Sberna, vicepresidente del Parlamento Europeo, Irene Tinagli, copresidente dell’intergruppo, e diversi altri esponenti politici come Francesco Torselli, Stefano Bonaccini, Massimiliano Salini e Raffaele Stancanelli. Il confronto ha toccato temi fondamentali come agroalimentare, credito, welfare, casa e appalti pubblici, sottolineando il ruolo strategico delle cooperative nell’economia europea.
Secondo Maurizio Gardini, presidente di Confcooperative, l’economia sociale rappresenta una componente essenziale dell’economia europea, con 4,3 milioni di imprese e oltre 11,5 milioni di occupati. Le cooperative, parte integrante di questo settore, impiegano 4,5 milioni di persone, di cui 1,3 milioni in Italia. Circa la metà di questi lavoratori opera nelle 16.500 imprese associate a Confcooperative, che da sole contribuiscono al 4% del Pil nazionale.
Le sfide delle cooperative nei vari settori
Le cooperative operano in numerosi settori imprenditoriali, ognuno con specifiche sfide e opportunità. Nel comparto agroalimentare e della pesca, l’attenzione è rivolta alla sostenibilità, alla semplificazione normativa e alla competitività. Il settore del credito, invece, deve affrontare la necessità di modelli di sviluppo territoriale più inclusivi e resilienti.
Un punto centrale dell’incontro è stato il tema degli appalti pubblici, che rappresentano il 14% del Pil dell’Unione europea. Gardini ha sottolineato l’importanza di adottare criteri di selezione che non si basino esclusivamente sul risparmio economico, ma che privilegino innovazione e qualità, incentivando così la crescita delle imprese locali.
Welfare e inclusione sociale
Nel settore del welfare, Confcooperative ha evidenziato la necessità di investimenti più consistenti da parte degli Stati membri per garantire servizi sociali adeguati. Secondo Gardini, l’allocazione del 2,5% del Pil a tali politiche potrebbe migliorare significativamente il sistema sanitario e assistenziale europeo. La cooperazione sociale gioca un ruolo chiave nella gestione dei servizi di assistenza primaria e la formazione del personale sanitario è una delle priorità su cui l’Europa dovrebbe investire.
Giovani, donne e il futuro della cooperazione
Un altro tema cruciale discusso a Bruxelles è stato il coinvolgimento attivo di giovani e donne nel mondo del lavoro attraverso le cooperative.
Questo modello imprenditoriale rappresenta una leva strategica per favorire l’autoimprenditorialità e l’inclusione, contribuendo a un’Europa più forte, coesa e resiliente.L’incontro ha dunque ribadito il ruolo delle cooperative come motore di sviluppo economico e sociale, sottolineando la necessità di politiche europee che ne incentivino la crescita e la sostenibilità.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.