Siria, l'orrore del regime di Assad: trovati 100mila corpi in una fosse comune

Dopo la caduta della dinastia alawita, si susseguono i ritrovamenti di fosse dove sarebbero state sepolte centinaia di migliaia di vittime del "macellaio di Damasco"

Siria, l'orrore del regime di Assad: trovati 100mila corpi in una fosse comune
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La terribile conta delle vittime del regime siriano di Bashar al-Assad è già cominciata. Secondo le stime “prudenziali” indicate alla Reuters dall’organizzazione Syrian Emergency Task Force (Setf) sarebbero almeno 100mila i cadaveri ammucchiati in una sola fossa comune dagli uomini del "macellaio di Damasco". Un numero che per quanto orribile potrebbe impallidire di fronte al ritrovamento di altre tombe comuni e al bilancio delle stragi perpetrate dalla dinastia alawita in oltre 50 anni al potere.

Mouaz Moustafa, responsabile del Setf, conferma che la fossa degli orrori si troverebbe ad al-Qutayfah, una località ad una quarantina di chilometri dalla capitale, e conterrebbe non solo vittime siriane ma anche cittadini stranieri. Moustafa dichiara che l’intelligence dell’aviazione siriana era “incaricata di trasportare i cadaveri dagli ospedali militari” ad altri siti gestiti dalle forze di sicurezza prima di trasferirli nelle tombe comuni. Il capo del Setf afferma di aver individuato nel corso degli anni cinque fosse comuni ma altre stime indicano che il numero totale sarebbe più alto: forse 13, otto delle quali vicino Damasco.

La Bbc riporta che oltre 100mila persone sono scomparse in Siria dal 2011, anno di inizio della guerra civile. Per le organizzazioni per i diritti umani la gran parte di queste sarebbero decedute e molte altre sarebbero state torturate a morte dai carcerieri del dittatore. Il gruppo di soccorso Elmetti bianchi fa sapere che dopo il loro ingresso nelle prigioni siriane si sarebbero perse le tracce di più di 150mila persone.

Le Ong spiegano che prima di aprire le fosse comuni è necessario documentare, prendere campioni e assegnare un codice ad ogni corpo ritrovato in modo da poter procedere, si spera, alla loro identificazione. L’ex ambasciatore Usa per i crimini di guerra Stephen Rapp, il quale ha visitato alcuni siti dove sarebbero sepolte decine di migliaia di vittime, ha in programma di incontrare il governo di transizione proprio per discutere le procedure da seguire per portare alla luce i crimini compiuti dal regime.

Mohammed al-Jolani, leader dell’organizzazione ex qaedista Hayat Tahrir al-Sham (Hts) che ha spodestato Assad, ha dichiarato che intende dare la caccia agli uomini del regime che hanno preso parte ad uccisioni e torture. “Li perseguiremo in Siria e chiediamo agli altri Paesi di riconsegnarci chi è fuggito in modo da poter ottenere giustizia”, afferma al-Jolani che ha abbandonato il suo nom de guerre e ha cominciato ad usare quello vero, Ahmed al-Sharaa.

I crimini degli Assad sono infiniti. Tra le varie atrocità compiute, Hafez Assad, il padre della dinastia, nel 1982 sedò nel sangue una rivolta di miliziani sunniti ad Hama facendo oltre 40mila vittime. Suo figlio Bashar lo ha superato in efferatezza massacrando anche con armi chimiche circa mezzo milione di persone durante la guerra civile. Andrea Nicastro, inviato del Corriere della Sera a Damasco, riporta che alcuni abitanti di un distretto di Ghouta hanno riferito che agenti di sicurezza dell'ex regime si sono presentati un anno fa per raccogliere dei campioni nelle fosse comuni. In quel luogo sarebbero sepolte le vittime di un attacco con gas sarin ordinato nel 2013 da Assad e secondo una delle testimonianze raccolte da Nicastro gli uomini del macellaio di Damasco volevano “capire se dalle analisi dei resti si potesse ancora stabilire l’uso del sarin”.

Come sottolinea il giornalista del Corriere della Sera, nonostante abbiano sempre negato di aver commesso crimini contro il suo popolo, “la famiglia Assad sapeva, tutti gli ufficiali sapevano. Se un giorno avessero perso il potere, i loro crimini avrebbero potuto essere indagati e loro stessi incriminati. Così hanno cercato di nasconderli o quanto meno negarli”.

Mentre vengono segnalati i primi linciaggi di funzionari dell’ex regime, una commissione Onu d’inchiesta sulla Siria avrebbe già predisposto una lista segreta di 4000 criminali di guerra. Poche sarebbero però le speranze di processare il "macellaio di Damasco" accolto da Mosca per "ragioni umanitarie".

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