Petrolio, transizione energetica, ma anche armi e investimenti sui servizi e sul turismo. Lungo l'asse tra Parigi e Riad corrono decine di progetti dal valore di svariati miliardi di Euro. La scelta del presidente Macron di appoggiare la candidatura della capitale saudita per l'Expo 2030 sorprende ma solo fino a un certo punto. La Francia ha sempre fatto affari con i Saud e adesso spera di sfruttare, tra le altre cose, l'accresciuto peso politico del Paese arabo nella regione mediorientale.
Tra petrolio e transizione energetica
La visita avvenuta venerdì scorso a Parigi di Mohammad Bin Salman, principe ereditario saudita ma di fatto già detentore del vero potere a Riad, era molto attesa. Ufficialmente, il rampollo dei Saud nella capitale francese doveva guidare la delegazione del suo Paese per depositare e promuovere la candidatura di Riad per ospitare Expo 2030. Subito dopo lo sbarco nel principale scalo parigino, Bin Salman però si è diretto verso l'Eliseo. Ed è qui che Francia e Arabia Saudita hanno ulteriormente perfezionato la loro alleanza.
Durante l'incontro tra il presidente francese Macron e il principe ereditario saudita, si è certamente discusso dell'Expo. Contrariamente invece a quanto accaduto ieri tra lo stesso Macron e Giorgia Meloni, in cui durante il bilaterale non è stata spesa alcuna parola per la candidatura di Roma all'esposizione internazionale del 2030. Ma in ballo venerdì all'Eliseo non c'è stata soltanto la corsa di Riad contro la capitale italiana. I due massimi rappresentanti dei rispettivi governi hanno parlato anche di futuri progetti da sviluppare congiuntamente.
A partire dal vertice con cui, così come sottolineato sulla stampa transalpina, Macron e Bin Salman vorrebbero fissare una comune agenda contro la povertà e i cambiamenti climatici. Un appuntamento messo in calendario per la prossima settimana e a cui parteciperanno anche alcune Ong impegnate contro il surriscaldamento globale. Nobili intenti, almeno ufficialmente. In realtà, da un lato la Francia aspira a essere protagonista nelle iniziative politiche organizzate da Riad. Dal canto suo, Bin Salman spera di rifare l'immagine a un regno da più parti accusato di mancato rispetto per i diritti umani.
Sullo sfondo, c'è quindi il sodalizio tra i due Paesi. Un matrimonio di convenienza che passa da importanti interessi. La Francia punta al petrolio saudita. Ma punta anche a solidificare la propria posizione agli occhi dei Saud. Parigi è tra i principali fornitori di armi dell'Arabia Saudita. Commissioni miliardarie e contratti pluriennali che garantiscono importanti introiti alle più importanti aziende transalpine del settore. Ci sono poi i contratti energetici su cui Riad punta per sviluppare il proprio programma Vision 2030.
A febbraio, Bin Salman aveva tenuto un altro vertice a Parigi dove ha incontrato anche il ministro degli Esteri francese, Catherine Colonna. Tra le parti in quell'occasione era stato stipulato un memorandum di intesa per lo sviluppo di progetti sulle rinnovabili. Progetti essenziali per Riad per dotarsi di quelle tecnologie in grado di diversificare la propria economia, ancora troppo ancorata al petrolio.
Riad, contrariamente a molti altri attori internazionali, ha un enorme portafoglio da spendere in svariati settori. Tra questi anche nei campi dell'edilizia, delle tecnologie digitali e del turismo. Rami economici in cui la Francia sta provando a inserirsi prima di altri Paesi europei. Già nello scorso mese di dicembre, come sottolineato su Arab News, il ministro del commercio francese Olivier Becht aveva parlato di "trend in crescita" a proposito degli scambi commrciali tra Parigi e Riad.
"Le aziende francesi sono impegnate ad aumentare e diversificare i loro investimenti nell'economia saudita - aveva dichiarato Becht - in linea con le priorità di Vision 2030, in particolare nelle energie rinnovabili, nell'idrogeno, nell'acqua, nell'ambiente, nell'economia digitale, nella città intelligente e, naturalmente, servizi turistici e infrastrutture".
Un'alleanza anche politica
La Francia non spera solo di dare impulso alle proprie esportazioni. Nei colloqui con Bin Salman c'è anche spazio per sollecitazioni di natura politica. Macron, in particolare, spera di ottenere dai Saud una maggiore influenza sulla Russia per provare una mediazione sull'Ucraina. Fino ad oggi, l'Arabia Saudita non ha dedicato al conflitto molte dichiarazioni. Riad vede la guerra come molto lontana sia dal punto di vista prettamente geografico che politico.
Tuttavia, sono i sauditi assieme ai russi a dettare legge sul mercato del petrolio influenzando i prezzi nell'ambito del cosiddetto "Opec +", il cartello cioè che riunisce i produttori di greggio dell'Opec con Mosca. Da qui, l'Eliseo punta a convincere Bin Salman a parlare con Putin e ad aprire un canale con il Cremlino.
Un tentativo forse destinato a cadere nel vuoto, ma che sottolinea l'importante intreccio politico ed economico tra le due parti. L'alleanza franco-saudita apapre quindi sempre più solida. Circostanza criticata da diverse Ong e diverse associazioni francesi.
Nonostante i tentativi di Riad di rinnovare la propria immagine infatti, sui Saud e su Bin Salman pendono diversi casi che hanno attratto le critiche internazionali. A partire dalle responsabilità per la disastrosa guerra in Yemen, passando poi per l'uccisione del giornalista Jamal Kashoggi. Episodi che, per il momento, non sembrano fermare i progetti dell'Eliseo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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