Europee, proiezione dei seggi: Ppe primo, regge la maggioranza Ursula

In Germania i popolari della Cdu/Csu al 30%, l'AfD al 16% supera i socialisti. L'Fpö austriaco, conservatore e nazionalista, si attesterebbe al 27% dei consensi

Europee, proiezione dei seggi: Ppe primo, regge la maggioranza Ursula
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Iniziano a trapelare i primi risultati: il più evidente: la crescita del Ppe. Se in Germania l'Afd cresce, nonostante il primato Cdu/Csu, in Francia è il partito di Le Pen a sfondare. Risultato simile in Austria, ove il Partito della Libertà Austriaco (Fpö), di destra, nazionalista e conservatore risulta in vantaggio fin dai primi exit poll. Nella prima proiezione per la nuova composizione dell'emicilo il Ppe risulta primo con 189 seggi.

Cosa accade adesso

Secondo i dati aggiornati della composizione del Parlamento Europeo nella legislatura 2024-29, la cosiddetta maggioranza Ursula si ferma a 403 seggi, secondo gli ultimi risultati provvisori diffusi dal Parlamento europeo. I Popolari hanno 184 seggi, i socialisti e democratici 139, mentre i liberali 80. I conservatori dell'Ecr hanno 73 seggi, Identità e democrazia (58), i Verdi ne hanno 52, la Sinistra 36, i Non iscritti 45, mentre quelli non iscritti ad alcun gruppo

Se questi numeri dovessero essere confermati dai dati definitivi, non sarebbe più possibile per Socialisti, Verdi, Liberali e Sinistra coalizzarsi per formare una maggioranza escludendo il Ppe: la loro somma, sulla base di questo quadro, avrebbero 303 seggi, non sufficienti a fare una maggioranza. Essere centrali nella formazione di una maggioranza era uno degli obiettivi principali del Ppe per queste elezioni.

"Da domani inizieremo il confronto con i principali partiti della piattaforma con cui abbiamo lavorato in questi cinque anni, S&d e Renew". Lo ha dichiarato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, spitzenkandidat del Ppe. "Ho sempre detto che lavoro per un'ampia maggioranza per un'Europa forte. E le condizioni che sia pro-Ue, pro-Ucraina e pro-Stato di diritto", ha evidenziato. "Da domani comincerò a lavorare per costruire i ponti necessari per costruire questa maggioranza. Sono fiduciosa di avere sostegno per il secondo mandato ma bisogna lavorare duramente", ha aggiunto.

Secondo la presidente, il primo passo sarà raggiungere gli alleati degli ultimi cinque anni. Una piattaforma che, a suo dire, "ha funzionato bene" perché affidabile, costruttiva, efficace. Dunque, il primo passo sarà raggiungere S&D e Renew Europe. "Un grande ringraziamento a tutti i cittadini che hanno espresso oggi la loro fiducia nella famiglia socialdemocratica e nel nostro progetto. Siamo pronti a lavorare per la maggioranza europeista e democratica invocata dai nostri cittadini". Lo scrive su X la presidente del Gruppo S&d, Iratxe Garcia Perez, che detta le sue condizioni: "Siamo pronti a lavorare per la maggioranza pro Ue e pro democrazia richiesta dai nostri cittadini. Non avvieremo negoziati che includano l'estrema destra. Non apriremo la porta a coloro che permettono e incoraggiano la xenofobia, l'omofobia e la violazione dello stato di diritto, o a coloro che si oppongono all'indipendenza della stampa e ai diritti delle donne. E' tempo di agire responsabilmente. Esortiamo il PPE a tornare alla maggioranza pro democrazia e pro Ue".

La crescita del Ppe

Questa campagna elettorale è stata "una delle migliori e più belle esperienze della mia vita politica. Ringrazio chi mi ha seguito in questi mesi. Quello che ho visto è stato un livello elevatissimo di fiducia nei confronti del nostro partito in Europa. Il Ppe è il gruppo politico più forte del Parlamento europeo. La maggioranza non può essere formata senza di noi". Sono le prime parole di Ursula Von Der Leyen dopo la diffusione delle prime stime che confermano il Partito Popolare Europeo primo raggruppamento all'Europarlamento.

"Invito entrambi gli altri partiti, S&d che è secondo e Renew che è terzo, a unirsi alla alleanza pro-Ue e creare le fondamenta per i prossimi cinque anni". "Chiedo loro di rispettare il processo democratico e il risultato delle elezioni sostenendo von der Leyen" per la presidenza della Commissione europea. Lo ha dichiarato il presidente del Gruppo del Ppe, Manfred Weber. "Per noi liberali e socialisti sono piattaforma di partenza per questo mandato. Li invito a confermare la loro volontà di lavorare insieme", ha aggiunto. "Invito il presidente francese, Emmanuel Macron, a confermare von der Leyen al Consiglio", ha evidenziato.

In Germania vola Afd

Cdu/Csu in Germania hanno ottenuto il 29,50% dei voti, ma il risultato più importante sembra essere quello di AfD con il 16,50% collocandosi per la prima volta al secondo posto tra i partiti a maggiore consenso; a seguire Spd al 14%, i Verdi al 12%, i liberali Fdp al 5%. E' quanto emerge dalla prima stima per la Germania diramata dal Parlamento europeo. Il partito di sinistra radicale Bsw 5,50%, Die Linke 2,80%. "Siamo ancora una volta la forza più forte in Germania", "il popolo ha punito gli estremisti di destra e di sinistra", ha dichiarato la presidente della Commissione europea e spitzenkandidat del Ppe, Ursula von der Leyen, commentando i primi exit poll dalla Germania sulle europee. "Dobbiamo aspettare i risultati elettorali di tutti gli Stati membri. Sono fiduciosa che il Ppe farà bene anche lì", ha aggiunto.

Affluenza alle urne da record in Germania tra il 64% e il 65%, il livello più alto registrato dai tempi della riunificazione nel 1990, e superiore alla partecipazione media in Ue del 51%. Alle precedenti elezioni europee l'affluenza era stata del 61,4%. In realtà l'affluenza ha segnato il livello massimo del 65,7% anche alle prime elezioni europee nel 1979 ma in quell'occasione andarono alle urne solo gli elettori della Germania Ovest.

LePen vola in Francia: Macron scioglie il Parlamento

In Francia, secondo una stima Ipsos citata da Le Parisien, invece, Jordan Bardella sarebbe in testa con il 32% dei voti, mentre Valérie Hayer si attesterebbe al 15,2 %. Stando a queste stime, Bardella è avanzato di 8 punti in 5 anni, quando il partito aveva ottenuto il 23,34%, mentre il partito di Macron perde 7 punti rispetto al 2019. Terzo posto per Raphaël Glucksmann, capolista di Parti socialiste e Place publique, che ha ottenuto il 14% dei voti, quasi 8 punti in più rispetto al 2019. Una sconfitta cocente, che ha provocato il primo terremoto politico di queste Europee: Macron ha deciso di sciogliere il parlamento e convocare nuove elezioni legislative per il 30 giugno e 7 luglio, con il rischio che vengano vinte dai suoi avversari e di ritrovarsi in "coabitazione" con un governo di colore diverso. Marine Le Pen si è detta pronta ad andare al potere.

Secondo gli exit poll di Ifop Fiducial in Francia il primo gruppo è quello di Id (Rassemblement National) con 31 seggi (+8 rispetto al 2019). Seguono i liberali della lista presidente Emmanuel Macro (14 seggi, -9); i socialisti (13, +7); La France Insoumise (Sinistra, 8 seggi, +2); I repubblicani (Ppe, 6 seggi; -2); i verdi (5 seggi, -8) e Reconquete (Ecr, 4 seggi).

Fpö miete consensi in Austria

Secondo i primi exit poll, in Austria sarebbe in vantaggio con il 27% dei voti il Partito della Libertà Austriaco (Fpö), di destra, nazionalista e conservatore. Seguono il Partito Popolare Austriaco (Övp), conservatore, al 23,5% e il Partito Socialdemocratico d'Austria (Spö) al 23%. Il segretario generale dell'Fpö, Christian Hafenecker, ha espresso il suo “entusiasmo” e la sua “gratitudine per la fiducia” dopo le previsioni iniziali. La giornata di oggi ha dimostrato che i cittadini austriaci volevano un “cambiamento politico”, ha aggiunto.

Le urne sono state chiuse in Austria alle 17.00. Il Partito della Libertà austriaco, aveva raggiunto il 17,2% nel 2019, mentre il Partito Popolare austriaco di orientamento democristiano e conservatore, aveva fatto registrare il 34,6% nel 2019. Non cambia dratsicamente il proprio destino il partito socialdemocratico austriaco, che nel 2019 si era fermato a quota 23,9%. Seguono Grune, il partito dei Verdi, con il 10,5% (14,1% nel 2019) e il partito liberale Neos con il 10,5% (8,4% nel 2019). I risultati ufficiali saranno diffusi alle 23.00.

Dimissioni in Belgio

"Domani mi dimetterò da primo ministro". Lo ha annunciato il primo ministro belga, Alexander De Croo, ammettendo la sconfitta del suo partito Liberali e Democratici Fiamminghi (Open Vld) alle elezioni europee. Con quasi il 90% dei voti conteggiati, Open Vld è attualmente al 5,9% nelle elezioni federali (8,1% in quelle regionali), in calo rispettivamente del 2,7% e del 5% rispetto alle elezioni precedenti. "Ma i liberali sono forti, torneremo", ha aggiunto. È prassi in Belgio che dopo le elezioni il primo ministro presenti le dimissioni in modo che il re possa avviare i colloqui per formare un nuovo governo. De Croo dovrebbe quindi ricoprire il ruolo di primo ministro ad interim.

I liberali-conservatori in testa a Cipro

A Cipro, invece, secondo gli exit poll Alpha, il partito liberale-conservatore Ragruppamento democratico (Ppe), il partito della coalizione di governo, avrebbe ottenuto tra il 25,5% e il 28,5% dei voti. Nel frattempo, si stima che il Partito progressista dei lavoratori (La Sinistra) abbia ricevuto tra il 23% e il 26%. Il margine di errore rende impossibile determinare ancora un vincitore chiaro, con i risultati finali che saranno confermati in serata. Cipro manda 6 deputati al Parlamento europeo. Europe Elects stima un'affluenza al 15%, in calo di 6 punti rispetto al 2019.

Ma è un'altra la notizia che mette la piccola isola mediterranea al centro dell'analisi politica: un noto YouTuber e TikToker di Cipro, i cui post umoristici gli hanno fatto guadagnare decine di migliaia di follower, potrebbe aggiudicarsi uno dei 6 seggi del Paese al Parlamento europeo. Con più di tre quarti dei voti scrutinati, i risultati non ufficiali mostravano che Fidias Panayiotou aveva ottenuto quasi il 20% dei voti, circa 2 punti percentuali dietro al partito di matrice comunista AKEL e 4 punti percentuali dietro al partito di centro-destra Democratic Rally Party. Sebbene i sondaggi abbiano costantemente mostrato che Panayiotou ha raccolto un numero elevato di voti, nessuno si aspettava che potesse schiacciare in questo modo gran parte dell'establishment politico del Paese solo grazie alla sua fama sui social network, dopo una campagna di soli 2 mesi in cui non ha sostanzialmente offerto alcuna posizione politica.

Mitsotakis trionfatore in Grecia

Nuova Democrazia, il partito greco di centrodestra, sarebbe in testa alle elezioni europee in Grecia. il partito conservatore di destra greco Nuova Democrazia, guidato da Kyriakos Mitsotakis, è il partito con il maggior numero di voti alle elezioni europee con il 30% delle preferenze. Distante, al 16,7%, il partito populista di sinistra Syriza. Terzi i socialdemocratici di Pasok con il 12,40%, mentre il partito di estrema destra Ellinki Lisi è quinto con l'8,80%.

Il PP in testa in Spagna

Il PP spagnolo, secondo gli exit poll di Sigma Dos per il canale tv spagnolo Rtve, sarebbe il partito più votato alle elezioni europee con il 32,4% dei voti e un range compreso tra 21 e 23 seggi, ma potrebbe trovarsi a pari merito con il Psoe, che otterrebbe il 30,2% e 20-22 eurodeputati sui 61 che la Spagna conta al Parlamento europeo. Vox otterrebbe il 10,4% dei voti (6-7 seggi) mentre Sumar si aggiudicherebbe il 6,3% (3-4 seggi).

In Polonia Tusk in testa

In Polonia, secondo gli exit poll diffusi dai media polacchi, l'alleanza Coalizione Civica (KO) del premier Donald Tusk sarebbe in testa con il 38,2% dei voti, pari a 21 seggi, superando i conservatori euroscettici di Diritto e Giustizia (Pis), che si fermano al 33,9% dei voti e 19 seggi. Nelle scorse elezioni di ottobre il Pis era arrivato primo, ma non era riuscito ad avere i numeri in parlamento per confermarsi al governo. Dal primo quadro che emerge, dunque, avanzano le destre euroscettiche in alcuni paesi, come ampiamente previsto, ma in altri non c'è stata l'ascesa. Per ora le ricadute sono più a livello nazionale che europeo.

Si tratterebbe della prima sconfitta negli ultimi 10 anni per il partito di destra guidato da Jaroslaw Kaczynski, sempre forza politica più votata dal 2014. L'ex presidente del Consiglio europeo è già comparso davanti alle telecamere e ha promesso che la Polonia sarà rappresentata da persone "qualificate, competenti e oneste" a Bruxelles. "L'Europa vedrà la Polonia con il volto dei nostri candidati, una Polonia onesta, dignitosa e democratica e non di chi vuole sfuggire al sistema giudiziario e rifugiarsi lì", ha osservato.

La Slovacchia Progressista avanza

In Slovacchia, secondo le prime previsioni, il partito d'opposizione, liberale di sinistra, Slovacchia Progressista potrà contare su quasi il 28% dei voti. Si tratterebbe di tre punti percentuali in più rispetto a quelli del partito populista di sinistra Smer (Direzione) del primo ministro Robert Fico. Al terzo posto si trova il partito nazionalista di estrema destra Republika con il 12,5%, seguito dal partito di sinistra Hlas (Voice) al 7%. Il Partito nazionale slovacco (SNS), anch'egli al governo, scende nelle previsioni e non raggiunge nemmeno il due per cento. Le elezioni in Slovacchia sono state oscurate dall'attentato al primo ministro Fico, che a metà maggio è stato gravemente ferito da colpi di arma da fuoco multipli.

Olanda, la mosca bianca

Stando alle stime base su exit poll rese note dal Parlamento europeo, in Olanda i liberali di Renew Europe e Identità e democrazia avrebbero 7 seggi, i Verdi ed S&D 4, Sinistra 1, Ecr 1, altri 1. Il primo partito risulta la coalizione tra Verdi e laburisti al 21,6% seguita dal Pvv di Geert Wilders al 17,7%, il Vvd (il partito di Mark Rutte) si è piazzato al terzo posto all'11,6%. Cristiano democratici al 9,7%.

Secondo stime pubblicate dal Parlamento Europeo, basate su exit poll e su altri dati non ufficiali, i 31 seggi nell'Aula di Strasburgo che spettano ai Paesi Bassi sarebbero così ripartiti: Renew Europe 7, Identità e Democrazia 7, Ppe 6, Verdi/Ale 4, S&D 4, Sinistra 1, Ecr 1, altri 1 (la categoria Altri comprende i neoeletti che sbarcano per la prima volta al Parlamento Europeo).

Per le prime proiezioni basate su dati reali e non su sondaggi occorrerà attendere la chiusura delle urne, alle 23. Tra i partiti, il primo è la coalizione GroenLinks-Pvda (Verdi e Laburisti), al 21,6%; segue il Pvv di Geert Wilders al 17,7%, mentre il Vvd (liberali, il partito di Mark Rutte) all'11,6%.

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