Berlino, Parigi, Londra. Roma. Le capitali d'Europa sono il nuovo obiettivo della Russia, che non vedeva l'ora di mettere sotto pressione il Vecchio Continente dopo il vertice di Washington che ha sancito il ritorno della Guerra Fredda in Europa. Missili Usa, centinaia di migliaia di uomini, mezzi Nato, un dispiegamento di forze che spinge il Cremlino a una risposta, chissà quanto propagandistica: «La Russia - dice il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov - ha capacità sufficienti per rispondere al dispiegamento di missili a lungo raggio che gli Stati Uniti intendono dispiegare in Germania a partire dal 2026, ma le potenziali vittime in questo caso saranno le capitali europee».
Peskov è uno dei megafoni preferiti per presidente russo Vladimir Putin. Non è un caso che ieri si sia fatto intervistare da una delle star del giornalismo russo, Pavel Zarubin, per la tv nazionale Vgtrk. Quando Zarubin gli ha chiesto se la Russia avrebbe risposto alla decisione Usa di accelerare il riarmo dell'Europa in funzione anti-Mosca, Peskov non ha avuto dubbi: «Certamente», ha risposto. Poi l'analisi: «C'è sempre stata una situazione paradossale: gli Stati Uniti hanno schierato diversi tipi di missili, di diversa gittata, ma tradizionalmente rivolti verso il nostro Paese. Il nostro Paese, di conseguenza, ha identificato
i punti europei come obiettivi dei nostri missili. Ci siamo già passati. È già stato fatto tutto in passato». Un modo per far capire che, dal punto di vista russo, gli americani fanno i gradassi giocando sulla sicurezza altrui: «Il paradosso è che gli Stati Uniti continuano a fare soldi, mentre l'Europa è nel mirino dei missili». Peskov sembra quasi prendersi beffe del nostro continente: «L'Europa sta attraversando un periodo difficile e sta cadendo a pezzi. La storia è destinata a ripetersi quindi in un modo o nell'altro», ha detto a Vgtrk, facendo esplicito riferimento al crollo dell'Unione Sovietica al termine del precedente confronto con l'Occidente a fine anni Ottanta.
Scenari da guerra mondiale, terribili. Ma la cronaca quotidiana non è meglio. Gli attacchi russi in Ucraina hanno ucciso nella notte tra venerdì e ieri almeno sette persone, con 29 feriti. Le forze armate ucraine hanno abbattuto quattro dei cinque droni tipo Shahed lanciati dalla Russia durante la notte. Un altro drone è entrato nello spazio aereo dell'oblast' di Homel' in Bielorussia, al confine con le regioni di Chernihiv e Kiev. Droni intercettati anche sopra Donetsk e Kharkiv. Poi nella giornata di ieri due bombe aeree di Mosca hanno colpito una fermata degli autobus e un edificio amministrativo a Myrnograd, nel Donetsk, provocando quattro morti. Anche le forze russe hanno intercettato e distrutto quattro droni ucraini nelle regioni di Rostov, Belgorod e Kursk. La Russia intensifica anche la collaborazione militare con la Cina. Ieri due navi da guerra russe, le corvette Gromki
e Rezki, sono arrivate nel porto cinese di Zhanjiang per partecipare a delle esercitazioni navali congiunte che si svolgeranno da domani a mercoledì.
E mentre il presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky (che sarà nel Regno Unito la prossima settimana per parlare ai leader europei a Blenheim Palace) ha definito «un errore che possiamo dimenticare» l'ennesima gaffe di Joe Biden che l'ha scambiato per l'arcinemico Putin, il Cremlino ha aggiornato dopo sei anni la biografia ufficiale di quest'ultimo sul sito ufficiale, riportando gli eventi degli ultimi sei anni, dalla Coppa del Mondo di calcio che si svolse in Russia proprio nel 2018 al Covid-19 con lo sviluppo del vaccino russo Sputnik V. L'«operazione speciale in Ucraina» viene descritta come «uno degli eventi chiave nella biografia del presidente della Federazione Russa negli anni Venti».
«La decisione di avviarla è stata presa in conformità con la Carta delle Nazioni Unite - si legge - per proteggere le persone che sono state sottoposte ad abusi e genocidio da parte del regime di Kiev per otto anni». Sono i punti di vista a fare la storia.
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