Biden: "Posso fare il presidente". Ma c'è già chi pensa di destituirlo

Il presidente Biden non ci sta a farsi trattare come un vecchio inadatto alla politica: ma gli avversari sono pronti a invocare il 25esimo emendamento

Biden: "Posso fare il presidente". Ma c'è già chi pensa di destituirlo

Il duello tra Joe Biden e Donald Trump andato in onda questa notte sulla Cnn sembra aver soffiato venti di tempesta sulle elezioni Usa. Ma il presidente Biden non ci sta a farsi trattare da rottame: "Amici, non cammino con la facilità di un tempo, e non parlo e faccio dibattiti con la facilità di un tempo, ma so quello che faccio e so come dire la verità". E' quanto ha detto nel comizio oggi in North Carolina, rispondendo alle critiche che gli sono state avanzate dopo il comizio della scorsa notte ad Atlanta e dopo le nuove polemiche sulla sua età troppo avanzata.

Nel lungo day aafter americano, lo speaker repubblicano Mike Johnson, infatti, ha affermato che il gabinetto di Biden dovrebbe discutere se invocare il 25esimo emendamento, che prevede la possibilità di rimuovere il presidente quando non sia più in grado di esercitare i suoi poteri, dopo la disastrosa performance al dibattito della notte scorsa. "Io chiederei ai membri del gabinetto di guardare i nei propri cuori, e noi speriamo che facciano il loro dovere nel miglior interesse degli americani, questi sono momenti cruciali", ha dichiarato il leader repubblicano affermando che "ci sono molte persone che stanno chiedendo" di invocare il 25esimo emendamento. La quarta e ultima sezione dell'emendamento affronta, infatti, i casi in cui il Presidente sia inabile all'adempimento dei propri doveri e non possa, o non intenda, rilasciare la dichiarazione volontaria prevista dalla terza sezione.

Anche il deputato repubblicano del Texas Chip Roy ha annunciato che intende presentare alla Camera una risoluzione per invocare il 25esimo Emendamento della Costituzione nei confronti di Biden. La risoluzione chiederebbe alla vice presidente Kamala Harris di convocare il gabinetto e dichiarare il presidente incapace di assolvere i suoi doveri. L'annuncio di Roy, fatto attraverso un post su X, è l'ennesima tegola sulla Casa Bianca, dopo la deludente prestazione del presidente Biden.

Se il risultato complessivo del dibattito televisivo in onda ieri è stato alquanto indecoroso, lo spettacolo che il presidente ha fornito al partito e ai suoi elettori è stato terribile, dall'inizio alla fine. Le difficoltà nell'esprimersi, i vuoti di memoria, la rigidità nel muoversi, l'uscita di scena sorretto dalla moglie Jill. Eppure, proprio il suo avversario è pronto a scommettere che Biden arriverà fino in fondo, sebbene nelle ultime ore i dem sembrano essere in preda all'isteria da sostituzione. Una mossa che renderebbe la toppa peggiore del buco.

Eppure la casa dem sembra smentire ancora, dopo le voci che si sono inseguite ieri: "Non c'è niente che indica che gli elettori siano d'accordo con questo". Così un consigliere di Biden definisce con la Cnn "senza nessun fondamento" l'idea che il presidente debba ritirarsi dalla corsa per la Casa Bianca dopo il deludente risultato del dibattito contro Donald Trump della notte scorsa. Riguardo a questo, il consigliere, che ha partecipato alle sessioni di preparazione di Biden al dibattito che si sono svolte a Camp David, ha ridimensionato le critiche e l'allarme: "non mi preoccupo di queste cose", ha affermato. "E' una campagna molto lunga ed un dibattito, come abbiamo visto nel 2012 con Barack Obama, non deciderà i risultati". Così una fonte della campagna dem, parlando con Nbc news esclude categoricamente - con un "assolutamente no" - che il presidente pensi di ritirarsi dalla corsa per la rielezione dopo i risultati deludenti, e preoccupanti, del dibattito di ieri.

Il giudizio tecnico e acuto sul presidente Biden è giunto anche da uno dei mostri sacri della strategia elettorale di Obama, David Axelrod: "C'è un senso di shock per il modo in cui è apparso all'inizio del dibattito, per il tono della sua voce, per come sembrava un pò disorientato". Altri hanno espresso giudizi ancora più duri, trincerandosi dietro l'anominato: "è stato come vedere un campione di box salire sul ring ormai troppo vecchio e in un momento in cui dovrebbe gettare la spugna", ha detto a Nbc news un deputato democratico, esprimendo la convinzione che Biden dovrebbe ritirarsi. "E' arrivato il momento di avere una convention aperta ed un nuovo candidato", gli fa eco un altro dem. Insomma, il dibattito della scorsa notte sembra aver infranto un tabù, quello del ritiro di Biden, anche se ufficialmente i vertici del partito continuano a dichiarare il sostegno alla corsa per la rielezione del presidente. A cominciare da uno dei nomi considerati più papabili per la discesa in campo dell'ultimo minuto, il governatore della California, Gavin Newsom, che ai giornalisti ha detto che il partito "non potrebbe essere più unito intorno a Biden".

Ma tra media e elettori, circolano anche altri nomi: la questione piiù spinosa è il fatto che il nome più scontato è anche il più improbabile, quello della vice presidente Harris, confermata nel ticket anche se non ha certo brillato durante il primo mandato, con tassi di popolarità ancora più bassi di quelli di Biden, sotto il 40%. Un altro nome molto papabile sarebbe quello di Gretchen Whitmer, governatrice del Michigan, grande alleata di Biden, tanto da essere vice presidente della sua campagna, e nemica di Trump, che ha assunto una grande popolarità durante lo scontro con l'estrema destra dello stato durante la pandemia.

Ci sono altri nomi che circolano, compreso quello sempiterno di Michelle Obama, che da anni continua però a negare categoricamente ogni sua intenzione di darsi alla politica, una nominaa tra l'altro "ostaggio" del diritto di prelazione di Harris.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica