"Non possiamo essere avversari": cosa c'è dietro la visita di Kissinger a Pechino

"Né gli Stati Uniti né la Cina possono permettersi di trattare l'altro come un avversario. Se i due Paesi entrano in guerra, ciò non porterà ad alcun risultato significativo per i due popoli", ha dichiarato Kissinger

"Non possiamo essere avversari": cosa c'è dietro la visita di Kissinger a Pechino
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Nonostante i 100 anni compiuti, Henry Kissinger è volato a Pechino per incontrare il ministro della Difesa cinese, Li Shangfu. Un viaggio significativo del veterano della politica estera statunitense, in una fase storica segnata da sempre maggiori tensioni tra Washington e Pechino. Secondo una nota diffusa dal ministero della Difesa cinese, Li Shangfu ha dichiarato che la "comunicazione amichevole" tra Cina e Stati Uniti è stata "distrutta" perché "alcune persone negli Stati Uniti non hanno incontrato la Cina a metà strada".

L'ex segretario di Stato Usa ha dichiarato di essere un "amico della Cina", secondo quanto si legge nel comunicato. "Né gli Stati Uniti né la Cina possono permettersi di trattare l'altro come un avversario. Se i due Paesi entrano in guerra, ciò non porterà ad alcun risultato significativo per i due popoli", ha dichiarato Kissinger. Lo scorso 26 maggio l'ex consigliere per la sicurezza nazionale aveva incontrato a Washington l'ambasciatore cinese negli Stati Uniti, Xie Feng, in occasione del compleanno del diplomatico, a testimonianza del legame profondo tra Kissinger e la diplomazia cinese.

La visita a sorpresa a Pechino dell'anziano diplomatico

Henry Kissinger è atterrato a Pechino mentre John Kerry, inviato degli Stati Uniti per il clima, è nella capitale cinese per incontrare i funzionari del governo e discutere su come le due potenze possano cooperare per affrontare la crisi climatica in corso. Nel mese di giugno il segretario di Stato, Antony Blinken, è stato ricevuto a Pechino durante il secondo giorno della sua visita in Cina, la prima in quasi cinque anni per alto funzionario dell'amministrazione statunitense. Segnale che, dopo anni di tensioni, le due potenze sono perlomeno tornate a parlarsi. "Sia gli Stati Uniti che la Cina hanno l'obbligo di gestire questo rapporto in modo responsabile", ha sottolineato Blinken, rimarcando il fatto che questo approccio fa "i migliori interessi degli Stati Uniti, della Cina, anzi del mondo".

Dal canto suo il presidente cinese, Xi Jinping, ha sottolineato che "sono stati fatti progressi e raggiunti accordi su alcuni temi specifici". I rapporti rimangono pessimi, ma c'è speranza che il dialogo possa aiutare. Rimane sullo sfondo un confronto strategico che pone le due potenze a essere rivali in molti campi. La visita di Kissinger, che non era stata pubblicizzata, non rientra nel calendario ufficiale degli incontri, ma va inquadratala in questo tentativo sottotraccia di migliorare i rapporti e favorire il dialogo, perlomeno su alcune tematiche.

52 anni fa visita segreta di Kissinger in Cina

Sono passati 52 anni dalla visita segreta di Henry Kissinger a Pechino nel luglio 1971: una mossa che aprì la strada alla storica visita di Richard Nixon in Cina dell'anno successivo. Fu il suo capolavoro diplomatico: normalizzare i rapporti con con la Cina per dedicarsi al confronto con l'Unione Sovietica, in una fase storica segnata dal deterioramento delle relazioni sino-sovietiche, in particolar modo dopo la morte di Stalin avvenuta nel 1953. Poco importa se la Cina di Mao era un Paese comunista a tutti gli effetti: Kissinger mise al primo posto l'interesse nazionale, non badando minimamente all'ideologia.

Del rapporto tra Stati Uniti e Cina, invece, l'anziano diplomatico ne scrisse nel suo libro-capolavoro, On China, edito in Italia da Mondadori. Come gli Stati Uniti, nota Kissinger, "la Cina era convinta di avere un ruolo speciale, ma, diversamente da loro, non ha mai seguito il principio universalistico di diffondere i propri valori in tutto il mondo. Si è limitata a tenere sotto controllo i barbari che vivevano immediatamente al di là dei suoi confini.

Si è impegnata per ottenere da Stati tributari come la Corea il riconoscimento del proprio status speciale e, in cambio, ha concesso benefici come i diritti commerciali". A 100 anni compiuti, la diplomazia Usa sembra avere ancora bisogno del Professor Henry.

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