Congo, centinaia di detenute violentate e bruciate vive

Le brutalità a Goma, dove ha agito il gruppo ribelle M23, sostenuto dal Ruanda

Congo, centinaia di detenute violentate e bruciate vive
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Vivian van de Perre, la vice-responsabile della Missione Onu nella Repubblica democratica del Congo, lo racconta ai giornalisti con le lacrime agli occhi: «Nell'ala femminile del carcere di Goma centinaia di detenute sono state violentate e bruciate vive la scorsa settimana dal gruppo ribelle M23. È qualcosa che neppure si riesce a commentare». Il 27 gennaio i miliziani, sostenuti dal Ruanda, erano entrati a Goma prendendo il possesso di buona parte della provincia del Nord Kivu. A distanza di nove giorni, dopo una tregua umanitaria che nessuno ha rispettato, il gruppo M23 e le truppe ruandesi hanno lanciato una nuova offensiva nella parte orientale del Congo, conquistano la città mineraria di Nyabibwe, nel Sud Kivu. I Paesi mediatori come Angola e Kenya, le Nazioni Unite e l'Unione Europea stanno cercando di trovare una soluzione diplomatica, temendo che la crisi nella regione dei Grandi Laghi possa allargarsi. Il conflitto infatti rischia di espandersi a Uganda e Burundi.

Il governo di Kampala teme il gruppo armato Adf (Allied Democratic Forces), ribelli ugandesi a maggioranza musulmana (gli stessi che il 22 gennaio 2021 trucidarono il nostro ambasciatore Luca Attanasio), che potrebbero sfruttare la

situazione critica e aggredire l'Uganda. L'esecutivo di Gitega, che sostiene l'esercito congolese contro l'M23, accusa apertamente il Ruanda di tramare nell'ombra nel tentativo di mettere in atto un colpo di stato nel Paese.

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